Se non si conoscesse la forza, l’unità, la capacità di fare e sentirsi comunità dell’Emilia Romagna, si parlerebbe di “miracolo”. Per questa straordinaria terra essere ferita al cuore dall’alluvione che l’ha colpita a metà maggio e continuare a pensare agli altri, è una cosa del tutto naturale. E così, nonostante l’evento calamitoso che ha devastato le case e le attività commerciali, la donazione di sangue non ha subito scossoni. Un miracolo, appunto.
Maurizio Pirazzoli, presidente di Avis Emilia Romagna come è andata in quei giorni? Avete subito danni?
“Nei giorni successivi all’evento alluvionale in alcune zone la raccolta di sangue si è rallentata. Nessun punto di raccolta, però, ha avuto danni significativi. L’alluvione è stata un colpo durissimo per tantissimi dirigenti che hanno avuto le case invase dall’acqua. L’evento calamitoso non ha danneggiato i punti di raccolta associativa. Cosa che, invece, era accaduta con il sisma del 2012. In quella circostanza, hanno riportato danni tutte le 17 sedi”.
Quanto tempo avete impiegato per rimettervi in piedi?
“Il rallentamento nelle donazioni, nei giorni immediatamente successivi all’alluvione non è stato determinato dalla volontà degli associati, dei dirigenti e dei medici, ma dalle difficoltà oggettive di spostamento. Anche noi, in via precauzionale, avevamo detto agli altri di non muoversi. Questa situazione è durata qualche giorno, ma già dopo una settimana tutti i punti di raccolta erano tornati pienamente operativi”.
Qual è stata la vostra priorità nei momenti immediatamente successivi all’alluvione?
“Tornare a rendere operativi i centri di socialità, di cui fa parte anche Avis. Garantire la loro funzionalità, significava restituire alla comunità quel senso di normalità fondamentale per rimanere compatti e tenere duro”.
Sul fronte delle donazioni di sangue gli ultimi numeri disponibili, quelli di giugno, sono in linea con quelli degli anni passati. Come commenta questo dato?
“Si tratta di un dato importante: l’evento calamitoso è stato straordinario e durissimo e ha colpito dirigenti, attivisti e volontari, che tuttavia hanno messo tra le loro priorità l’Avis. Hanno portato avanti parallelamente le esigenze lavorative e quelle associative’’.
Come spiega questo comportamento virtuoso?
“Il dono non è una questione individuale, ma sociale: io dono perché faccio parte di una comunità. Il donatore risponde con grande senso di responsabilità a un bisogno della comunità stessa. La donazione, di per sé, è un atto di cittadinanza responsabile”.
Che cosa pensa della campagna #DaMeaTe di DonatoriH24?
‘’Si tratta di un’iniziativa importante per sostenere la donazione di sangue e di plasma soprattutto in estate e quindi va promossa anche attraverso i nostri volontari. Una campagna che è in linea con il nostro ‘Sandy’, il personaggio in stile manga che accompagna donatrici e donatori durante tutte l’estate sulle pensiline dei bus, sugli schermi dei cinema, sui social”.
Quali sono le previsioni per quest’estate in merito alla raccolta sangue in Emilia Romagna?
“Anche quest’anno l’Emilia Romagna riuscirà, non solo a garantire l’autosufficienza regionale di sangue, ma anche a sostenere le richieste di Sicilia, Sardegna e dell’ospedale Cardarelli di Napoli”.
Per partecipare a #DaMeaTe basta inviare un vostro videoselfie, introdotto dalla frase “Mi ha portato a donare…”, da completare come preferite. I video potranno essere inviati tramite messaggio privato alla nostra pagina Facebook o via mail all’indirizzo dameate.donatorih24@gmail.com.
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