Calafiore (Avis): “In Sicilia è emergenza sangue”. Mancano medici e infermieri

2022-08-11T20:48:44+02:00 8 Agosto 2022|Attualità|
di Francesca Franceschi

Anche in Sicilia, così come per la Puglia, agli ospedali è stato chiesto di rinviare gli interventi chirurgici non urgenti. Motivo? La mancanza di scorte di sangue. A confermarlo è il presidente di Avis Sicilia, Salvatore Calafiore, che ha ricevuto una comunicazione ufficiale dall’assessorato regionale alla Sanità. Una situazione che rende ancora più urgente e indispensabile la donazione di sangue. Un gesto, gratuito e volontario, che permette a pazienti affetti da malattie croniche e congenite di condurre una vita dignitosa e, al tempo stesso, agli ospedali di garantire le operazioni chirurgiche programmate. Specialmente in questo periodo dell’anno caratterizzato da una fisiologica diminuzione delle donazioni.

Presidente, in quali città si stanno registrando le maggiori criticità?

“La problematica più grande interessa le tre città metropolitane, vale a dire Catania, Messina e Palermo. Questo perché ci sono le Università, sicuramente un maggior numero di interventi e anche più scuole di specializzazione. Le persone del resto si spostano per avere assistenza in questi centri specializzati ed è facile intuire perché queste realtà siano oggi in sofferenza. Mi preme però sottolineare che la mancanza di scorte interessa tutto il nostro esteso, vastissimo territorio regionale”.

Altre ragioni?

“Non dimentichiamo che in Sicilia abbiamo oltre 2.700 talassemici, vale a dire persone affette da una malattia ereditaria del sangue caratterizzata da un’anemia cronica dovuta alla sintesi ridotta o assente di una delle catene polipeptidiche presenti nella molecola dell’emoglobina. Ecco, nella nostra regione abbiamo il più alto numero in Italia di pazienti che periodicamente, ogni 20 giorni circa, necessitano di sacche di sangue. Anche questa circostanza ha, per ovvie ragioni, il suo impatto nel determinare la carenza di scorte e il conseguente rinvio di operazioni chirurgiche programmate. E poi c’è la problematica più pesante…”

Di cosa si tratta?

“Questo 2022 è di gran lunga peggiore rispetto ad altri anni ma non perché in Sicilia manchino i donatori, anzi. La problematica più pesante e urgente da risolvere riguarda semmai la mancanza di medici e infermieri in molte delle nostre realtà. Tanto per darle un semplice dato: la provincia di Palermo nel 2021 è stata costretta a cancellare 400 raccolte programmate di sangue. Avis provinciale Palermo fa raccolte, come immagina, su tutta la provincia. Prima della pandemia e della mancanza di medici l’associazione riusciva a garantire e fare 45/50 raccolte al mese. In questo momento, grazie all’aiuto del Policlinico universitario di Palermo dove si trova il centro trasfusionale di riferimento, noi riusciamo a farne circa 25. Certamente siamo ben lontani dalle classiche 50”.

Che tradotto significa?

“In primis che va in crisi l’ospedale  ‘Cervello’, dove si curano i talassemici e, a catena, tutte le conseguenze che può facilmente immaginare”.

La Regione Emilia però vi fornisce, come da convenzione, sacche per sopperire all’emergenza. Giusto?

“Vero ma questa estate, complici anche l’innalzamento dei contagi, più persone positive al Covid-19, il caldo, le ferie estive e altre circostanze contingenti, il numero delle sacche che potrà donarci sarà inferiore a quello degli anni scorsi. Fino a qualche anno fa l’Emilia Romagna ci dava circa 3500 sacche: questa volta non potrà essere così”.

Quali sono le province siciliane in cui la situazione è meno critica?

“Ragusa, Trapani ed Enna sono riuscite addirittura ad aumentare il numero di donazioni. Nel caso di Ragusa vengono mandati medici dal Centro Trasfusionale che rendono possibili le giornate di raccolta e le donazioni. Diciamo che in questa provincia si barcamenano ma, bene ribadirlo, non si può improntare un’esigenza così vitale con il “barcamenarsi” o il sopperire alla giornata”.

Cosa intende dire?

“Il grave problema della mancanza di medici e infermieri deve essere affrontato da un punto di vista ampio e strutturale. A partire, per far un esempio, anche dal numero chiuso per accedere alla facoltà di Medicina e ancora dalla mancanza di programmazione delle raccolte. Senza poi considerare che tutti i nostri medici sono stati spostati o nei centri vaccinali o alle Usca (Unità speciali di continuità assistenziale, ndr) per affrontare l’emergenza epidemiologica. Lo ribadisco a chiare lettere: qui non mancano i donatori, anzi. Abbiamo persone così generose che se la Sicilia avesse medici e infermieri sarebbe autosufficiente dal punto di vista delle scorte ematiche”.

Come si risolve questa mancanza?

“Le rispondo a mia volta con altre domande. Perché i tirocinanti di medicina di base non possono fare tirocinio nelle nostre associazioni? E perché gli specializzandi non possono stare nei nostri centri provinciali? Perché vigono queste incompatibilità? Tutto questo lo abbiamo chiesto all’assessore regionale, ma nonostante questi temi siano stati portati all’attenzione di Camera e Senato, ad oggi non siamo riusciti a superare gli ostacoli”. 

Qual è, invece, la situazione per quanto riguarda le donazioni di plasma?

“Stessa identica problematica sommata ad una cattiva distribuzione delle apparecchiature che servono per la raccolta del plasma, ossia i separatori cellulari. Vi sono alcune realtà nel territorio regionale siciliano dove le associazioni Avis hanno ben 38 separatori cellulari. Ebbene, in questi luoghi, la donazione del plasma avviene solo 3-4 volte al mese”.

E gli altri 26 giorni?

“Rimangono chiuse. Pensi solo ad un dato: ho combattuto personalmente 11 anni per avere a Palermo un solo separatore cellulare. Oggi l’Avis nel territorio del palermitano, lo ripeto, ha 1 solo separatore cellulare. Qualsiasi mio ulteriore commento è inutile”

Ha avuto modo di vedere la nostra campagna #DaMeaTe per l’autosufficienza di plasma?

“Certamente e vi faccio i complimenti per questa iniziativa e campagna di sensibilizzazione molto utile. Invierò a tutte le nostre sedi comunali e provinciali la raccomandazione di partecipare e prendere parte con alcuni contributi video a cura dei donatori”.

Chi volesse partecipare alla campagna #DaMeaTe può farlo registrando un breve video autoprodotto, da iniziare con la frase “Quando dono penso che…”, completandola poi con ciò che si ritiene importante, utile, appropriato per l’iniziativa. È possibile inviare i video via mail all’indirizzo dameate.donatorih24@gmail.com, via Whatsapp al numero 393 401 2016 o come messaggio privato alla nostra pagina Facebook.

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