Alfonzo (Centro regionale sangue): “Così la Sicilia reagisce all’emergenza scorte”

2022-10-07T16:58:52+02:00 5 Ottobre 2022|Attualità|

“Il legislatore ha ascoltato le nostre indicazioni, adesso ci auguriamo che questi nuovi provvedimenti possano agevolare la raccolta di sangue nella nostra isola”. A parlare è Domenico Alfonzo, avvocato, ex dirigente di Avis Sicilia e attuale membro del Comitato tecnico-scientifico del Centro regionale sangue.

Dalla fase più dura dell’emergenza sanitaria ai tentativi di risollevarsi e di tornare ai numeri pre pandemia: dopo anni di pressing da parte delle associazioni, la Sicilia prova lo scatto in avanti e, nel giro di poche settimane, emana due provvedimenti finalizzati ad aumentare la raccolta.

Il primo prevede “Misure per incrementare la disponibilità del sangue, del plasma e dei farmaci emoderivati e garantire i livelli essenziali di assistenza sanitaria che necessitano di terapie trasfusionali”, si legge del documento approvato. La Regione ha così stanziato fondi per rendere gli appuntamenti di raccolta più “appetibili” economicamente da parte del personale sanitario. Un impegno di spesa supplementare (rispetto, quindi, a quanto già dovuto) a favore dei medici impegnati nelle giornate di raccolta di 20 euro ogni ora, 15 per gli infermieri. Il secondo è un protocollo d’intesa tra Regione (assessorati alla Salute e all’Istruzione) e Ufficio scolastico per promuovere tra gli studenti “la cultura volontaria, periodica, responsabile, anonima e gratuita del sangue e degli emocomponenti, per orientarli, in maniera libera e spontanea, ad aderire a corretti stili di vita”.

Avvocato Alfonzo, quali sono i numeri del sistema sangue in Sicilia?

Nel 2021 nell’isola sono state raccolte 200.323 unità di sangue e plasma, il consumo è stato di 201.537; tra gennaio e agosto 2022 la prima voce segna 127.556, la seconda 132.313. Se il trend dovesse continuare, a fine anno ci saranno circa 10.000 sacche in meno rispetto al 2021”.

Con l’emergenza pandemica in graduale arretramento rispetto allo scorso anno, i numeri non dovrebbero essere migliori?

Uno dei nostri problemi più grandi è stato la mancanza di medici e infermieri, assorbiti dai bandi Covid, che ha fatto saltare diverse giornate di raccolta. Finita la fase più dura dell’emergenza, il personale sanitario è stato poi in larga parte reclutato per la ripresa delle attività ospedaliere. Ora cerchiamo di riguadagnare terreno con il recente decreto della Regione che stanzia risorse aggiuntive a favore del personale sanitario. Contiamo di vedere i primi risultati già nei prossimi due mesi”.

A causa del Covid le associazioni hanno dovuto rinunciare alle attività di promozione, la più importante nelle scuole

Ritornare negli istituiti scolastici è, secondo noi, una delle soluzioni alla carenza di sangue. Le restrizioni dovute alla pandemia hanno sospeso ogni attività di sensibilizzazione delle associazioni nelle scuole. L’80% del sangue raccolto in Sicilia viene dalle associazioni, senza attività di promozione diventa difficile reclutare nuovi donatori, soprattutto tra i più giovani”.

In questo senso è intervenuto nuovamente il legislatore con un protocollo d’intesa tra Regione e scuole. In cosa consiste?

“Il nuovo protocollo d’intesa tra gli assessorati alla Salute e all’Istruzione garantisce l’accesso negli istituti per riprendere le campagne di sensibilizzazione. Il provvedimento, inoltre, è mirato a favorire il monitoraggio delle condizioni di salute dei donatori, oltre al reclutamento, le associazioni si impegnano a divulgare tra i giovani i corretti stili di vita. Adesso, nei territori, sta ai dirigenti scolastici e alle associazioni trovare il tempo e il modo di incontrarsi”.

Perché in alcune province siciliane c’è emergenza sangue a differenza di altre?

“Palermo, Messina e Catania, dove sono presenti i grandi ospedali, punti di riferimento anche per i talassemici, non sono province autosufficienti e il loro consumo supera di molto le quantità raccolte. Palermo, ad esempio, nel 2021 ha prodotto 53mila sacche e ne ha consumate 60mila. Nello stesso periodo, Enna ne ha prodotte 9.200 e consumate 4mila. I grandi centri urbanizzati necessitano di maggiori quantità di sangue ma non riescono a produrne abbastanza”.

Anche DonatoriH24 ha scelto di fare la sua parte lanciando la campagna #DaMeaTe. Per aderire basta inviare un breve video autoprodotto, da iniziare con la frase “Quando dono penso che…”, completandola poi con ciò che si ritiene importante, utile, appropriato per l’iniziativa. È possibile inviare i video via mail all’indirizzo dameate.donatorih24@gmail.com, via Whatsapp al numero 393 401 2016 o come messaggio privato alla nostra pagina Facebook.

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