Marconi (Avis Umbria): “#DaMeaTe è una campagna da prendere a esempio”

2023-01-20T16:32:20+01:00 19 Gennaio 2023|Attualità|
di Francesca Franceschi

#DaMeaTe è una campagna davvero ben fatta, da prendere come esempio per le iniziative di sensibilizzazione sull’importanza del plasma”. A dirlo è il presidente regionale Avis Umbria Enrico Marconi col quale abbiamo tirato le somme dell’anno appena trascorso. Un anno peraltro significativo per Avis Umbria che lo scorso 11 dicembre, alla presenza di moltissime autorità istituzionali e associative, ha festeggiato al parco dell’Acqua Rossa di Gualdo Cattaneo i 50 anni dalla sua costituzione come livello regionale. In Umbria, infatti la prima sede comunale è stata istituita negli anni Cinquanta e, successivamente, nel 1972, è stata costituita Avis Regionale Umbria che a oggi conta 60 sedi comunali e 2 provinciali dislocate su tutto il territorio. Cinquant’anni di generosità, spirito solidaristico, gratuità e, soprattutto, tempo dedicato agli altri. Questo non è però un traguardo bensì un punto di partenza per continuare a fare, nella grande catena umana dei donatori diffusi su tutto il territorio nazionale, la propria parte al fine di garantire il fabbisogno di sangue e plasma.

Presidente, che anno è stato il 2022?

“Per quanto riguarda la raccolta del sangue, nella regione Umbria c’è stato un leggero calo. A fine dicembre, guardando i dati di fine anno, abbiamo potuto constatare che sul territorio c’è stata una flessione dell’1,13%. Nel 2021, infatti, abbiamo raccolto 38.367 unità di sangue e plasma, con un aumento di quasi il 8,1% rispetto al 2020. Nel 2022, invece, la raccolta si è fermata a 38.202 unità. In tale quadro le donazioni di sangue sono rimaste pressoché invariate, mentre lo stesso non si può dire per il plasma per il quale la nostra Regione purtroppo non è autosufficiente: e questo ci deve spingere a fare di più per aumentare significativamente le donazioni”.

Perché è importante diffondere la cultura del dono del plasma?

Enrico Marconi

“Donare il plasma significa garantire a tanti pazienti le terapie salvavita di cui hanno bisogno. Grazie al plasma raccolto in Italia riusciamo a garantire il 75% del fabbisogno interno di medicinali salvavita, ma siamo costretti a importare la parte restante. In Umbria abbiamo cercato di aumentare la sensibilizzazione dei donatori su tali problematiche aderendo alle campagne social promosse a livello nazionale e parlandone nelle varie occasioni di incontro. Sono state anche organizzate delle aperture pomeridiane straordinarie, tra novembre e dicembre, al servizio immunotrasfusionale dell’ospedale San Giovanni Battista di Foligno. L’iniziativa è stata promossa da Usl Umbria 2, Avis provinciale Perugia, supportata da Avis regionale Umbria e dalle Avis comunali. Ed è evidente che in questo 2023 ci impegneremo ancora di più per promuovere la donazione del plasma potenziando al riguardo la formazione dei nostri dirigenti, la comunicazione verso i donatori e la cittadinanza, e cercando di ottenere nuove aperture straordinarie pomeridiane”.

Come mai si sono registrate criticità nella raccolta di plasma?

“In Umbria questo si è verificato sostanzialmente a causa di due fattori. Il primo: a partire dallo scorso maggio e poi per tutta l’estate abbiamo registrato una carenza di emazie (globuli rossi del sangue, ndr). Di conseguenza spesso, quando i nostri associati si presentavano per donare plasma, veniva loro chiesto sangue intero. Nonostante questa carenza di scorte, sono stati pochi, per fortuna, gli interventi programmati che hanno subìto un posticipo. Qualche intervento è stato rimandato all’interno dell’azienda ospedaliera di Terni che però, occorre sottolinearlo, ha un bacino di utenza molto più ampio rispetto ai suoi residenti dal momento che accoglie pazienti anche da fuori provincia e da fuori regione. Poi va anche detto che, dopo le ondate pandemiche, c’è stato un aumento degli interventi chirurgici per il recupero di quelli sospesi durante l’emergenza Covid. Tanto per dare qualche dato: gli interventi chirurgici sono aumentati del 13-14% già nel 2021 e nel 2022 la percentuale è salita ancora, facendo registrare in Umbria uno dei dati più alti rispetto alla media nazionale. Tutti questi fattori hanno comportato la richiesta, per stare nella soglia di sicurezza, di donazioni di emazie e, inevitabilmente, questo è andato a discapito delle plasmaferesi”.

Per quanto riguarda le donazioni di plasma, anche l’Umbria soffre, come molte regioni italiane, della mancanza di macchinari e personale sanitario per effettuare la plasmaferesi?

“Sì. Anche da noi registriamo queste criticità. Va altresì detto che nella nostra regione la raccolta di sangue e plasma viene effettuata solo dalle aziende sanitarie, ossia a livello di servizio pubblico sanitario e non esiste la raccolta associativa. La raccolta del plasma avviene in prevalenza nelle strutture delle aziende sanitarie ospedaliere e locali, che si trovano a Perugia, Terni, Città di Castello e Foligno. La plasmaferesi si può fare anche negli ospedali di Branca, Orvieto, Spoleto ed Umbertide. Gli altri centri di raccolta non hanno macchine per effettuarla. In generale poi, il personale sanitario scarseggia. Stiamo da tempo sollecitando le aziende affinché aumentino le dotazioni di macchine nei territori più periferici e speriamo che questo avvenga nel 2023. Al momento, però, guardando alla media del fabbisogno nazionale, posso dire che l’Umbria, per quanto riguarda il plasma, non è autosufficiente. Ma mi faccia dire un’ultima cosa…”

Ovvero?

“Da anni abbiamo firmato e sono tutt’oggi in essere protocolli e collaborazioni con enti e associazioni, non da ultimo con Anci Umbria con la quale collaboriamo da tempo. Ma non solo. Abbiamo sottoscritto recentemente, sempre per fare la nostra parte e aumentare il numero di scorte, una collaborazione tra Avis Regionale Umbria e l’Ordine TSRM e PSTRP (Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Prevenzione e della Riabilitazione) di Perugia e Terni. In buona sostanza tutti gli iscritti all’Ordine saranno supportati nella loro scelta di donare sangue o plasma dalle sedi Avis della nostra Regione. Per sensibilizzare e trovare nuovi donatori è nostra intenzione continuare su questa strada, ossia creando e rafforzando sinergie con ordini professionali, scuole, realtà territoriali”.

Ha avuto modo di vedere #DAMeaTe, la campagna lanciata da DonatoriH24 per l’autosufficienza nel plasma?

“Certamente e devo dire che la vostra campagna di sensibilizzazione è molto efficace. Lessico semplice e immediato: il messaggio è molto chiaro. Continueremo a prenderla da esempio anche noi che, per questo 2023, proveremo a canalizzare attività di promozione e sensibilizzazione in primis per avere nuovi donatori e, in secondo luogo, per indirizzare la nostra base associativa alla donazione di plasma”.

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