“Abbiamo registrato una leggera flessione delle donazioni per quanto riguarda il 2022 ma le Marche si confermano, così come da tradizione, una regione virtuosa sia per quanto riguarda il sangue che, soprattutto, il plasma”.
A parlare è il presidente di Avis Marche Daniele Ragnetti, che pochi mesi fa ha preso parte ai festeggiamenti di un traguardo importante: il 12 giugno si sono svolte celebrazioni del 50esimo anniversario della fondazione della sede regionale dell’associazione. Tutte le sezioni si sono date appuntamento all’Abbazia di Sant’Urbano (Comune di Apiro) in provincia di Macerata, per ripercorrere la loro storia a partire dal momento della nascita. Un evento importante, avvenuto alla presenza dell’assessore regionale Saltamartini e della direttrice DIRMT (Dipartimento trasfusionale regionale Marche), la dottoressa Giuseppina Siracusa. E, sempre in ottica di guardare al futuro, con lungimiranza e volontà di fare squadra, Avis Marche ha organizzato il 15 e 16 ottobre il convegno dal titolo “Efficienza ed autosufficienza – Quale sostenibilità per la raccolta e l’uso di sangue e plasma?”.
Presidente, di cosa è trattato?
“Una due giorni per riflettere sulla sostenibilità per la raccolta e l’uso di sangue e plasma. Sabato 15 ottobre dalle ore 15 tutto il mondo dell’Avis si è riunito all’auditorium dell’Hotel Federico II di Jesi (Ancona) per approfondire il tema nell’ottica della costruzione di una solida cultura del buon uso del sangue e sono intervenuti non solo dirigenti associativi, tra cui il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola, ma anche rappresentanti delle istituzioni e del settore trasfusionale italiano. Abbiamo affrontato vari temi tra i quali quello della raccolta nella duplice prospettiva nazionale e regionale, focalizzandoci anche su strumenti, orientamenti e buone pratiche per un’economia dell’uso del sangue e per la disponibilità di farmaci plasmaderivati. Da ultimo, non per ordine di importanza, il convegno è stato l’occasione per riflettere su opportunità e criticità della raccolta associativa e della raccolta mista con un focus sul caso della Regione Marche. Oltre al nostro presidente nazionale, Gianpietro Briola, hanno partecipato Liviana Catalano, Centro Nazionale Sangue, Fausto Aguzzoni, vicepresidente Avis Nazionale, Morena Soverchia, Presidente Avis Provinciale Macerata, Carlo Pazzaglia, Primario Centro Trasfusionale Ospedali Marche Nord, Andrea Vecchi, Chirurgo Trapianti Ospedali Riuniti Ancona, Giovanna Salvoni, Centro Regionale Sangue Marche e Maria Giovanna Danieli, Immunologa Ospedali Riuniti Ancona. E non finisce qui”.
Ovvero?
“Il giorno successivo, il 16 ottobre, al mattino abbiamo avuto una riunione congiunta tra il consiglio nazionale e la consulta dei presidenti regionali AVIS. Un momento importante per tracciare le linee programmatiche dell’immediato futuro”.
Donazioni sangue e plasma: possiamo fare un bilancio della regione Marche alla fine di questa estate? Che numeri abbiamo? Crescita o calo?
“A dire il vero l’estate appena trascorsa non ha creato alla nostra regione particolari criticità. Dobbiamo dire che il caldo eccessivo ha sicuramente complicato la situazione, così come i contagi da Covid-19 che non hanno mai visto un calo dei numeri. Nonostante queste due circostanze, però, le Marche si assestano più o meno ai livelli dell’estate 2021. Quel che è certo è che anche noi, come tante regioni italiane, stiamo facendo e dobbiamo fare i conti con la mancanza di personale sanitario in alcuni centri trasfusionali. Questo problema ha comportato meno prelievi sul territorio e, dunque, anche da noi abbiamo registrato un 2% in meno di raccolta sangue rispetto al 2021. Se da una parte nell’anno 2021 abbiamo registrato una crescita dei prelievi rispetto al 2020, in questo 2022 una leggera flessione c’è stata e non siamo riusciti ad arrivare ai livelli pre-pandemia”.
E per quanto riguarda il plasma?
“Complessivamente, anche per quanto riguarda la plasmaferesi, non possiamo lamentarci, anzi c’è stata una piccola crescita delle donazioni dirette di plasma. Il leggero calo delle donazioni di sangue, però, ha reso più basso il conferimento alle aziende del plasma. Complessivamente, tuttavia, confermiamo l’ottimo circolo virtuoso della regione Marche per quanto riguarda anche le donazioni di plasma. A livello nazionale siamo sempre state una delle prime regioni italiane in termini di conferimento e ci attestiamo nuovamente al massimo livello nel rapporto tra donazioni di plasma e popolazione”.
Va detto che nelle Marche c’è una storica tradizione e il vostro sistema ha alimentato sempre ottimi risultati, giusto?
“Sì, lo confermo. Quest’anno si è registrata una leggera flessione perché anche noi, come tutti, abbiamo problemi di personale sanitario ma la cultura del dono, anonimo, volontario e gratuito, è sempre stata radicata sul nostro territorio. In questi 3 anni di pandemia siamo riusciti ad aiutare, inviando un migliaio di sacche di sangue all’anno, alcune regione italiane più in difficoltà, in particolare il Lazio. Questo non significa però che dobbiamo adagiarci: semmai potenziare, attraverso campagne di sensibilizzazione mirate, l’educazione al dono. Si può sempre fare di più e occorrono messaggi chiari e trasparenti per arrivare a coloro che non hanno mai donato. Quest’anno abbiamo lanciato una campagna dal titolo ‘Per fare la differenza puoi fare la somma: dona sangue e dona plasma’. Un modo semplice per avvicinare donatori e far capire la fondamentale importanza del dono del sangue e del plasma, specie per quanto riguarda i plasmaderivati”.
Le persone sono consapevoli che è possibile donare più volte il plasma del sangue?
“Una persona prima di fare qualsiasi distinguo deve pensare di poter donare. Poi, a quel punto, noi possiamo guidarla e prospettarle diverse opzioni. Fondamentale è capire la cultura del dono. Appurato ciò possiamo dire tranquillamente che si può donare plasma più frequentemente del sangue dato che quest’ultimo non può superare le 4 unità all’anno. Resta necessario far capire che si possono alternare le donazioni di sangue e plasma e che i nuovi donatori saranno sempre guidati nelle scelte a seconda del loro stato di salute e di altre circostanze personali”.
Anche la campagna #DaMeaTe, lanciata da DonatoriH24, punta a promuovere l’autosufficienza nel plasma. Cosa ne pensa?
“Grazie per averla pensata: più ne parliamo e meglio è, io stesso contribuirò inviando quanto prima il mio video. Abbiamo bisogno di far passare ovunque messaggi che promuovano la cultura del dono. Se fatti bene, comprensibili, chiari e immediati arrivano senza che nessuno si ponga domande. Anzi, la dico meglio: la sola domanda che un non donatore si arriva a porre è: perché io non ho ancora donato? Ecco a cosa servono queste campagne e vi ringrazio per il messaggio che state veicolando”.
Per aderire alla campagna #DaMeaTe basta inviare un breve video autoprodotto, da iniziare con la frase “Quando dono penso che…”, completandola poi con ciò che si ritiene importante, utile, appropriato per l’iniziativa. È possibile inviare i video via mail all’indirizzo dameate.donatorih24@gmail.com, via Whatsapp al numero 393 401 2016 o come messaggio privato alla nostra pagina Facebook.
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