“#DaMeaTe è, come del resto tutte le campagne di sensibilizzazione, uno strumento molto utile, veloce e immediato, per diffondere la cultura del dono del sangue e plasma. Non solo una scelta attiva, sociale e di altruismo ma anche etica e di generosità. Parteciperò anche io alla campagna e nei prossimi giorni invierò il mio contributo video”.
A parlare è Elisa Viliotti, presidente Avis Trentino, che proprio lo scorso 14 giugno, unitamente alle quattro realtà associative trentine per la donazione del sangue, ha siglato un documento per portare all’attenzione di politica, azienda sanitaria, cittadinanza e organi d’informazione la mancanza di scorte di plasma. Un’azione sinergica e comune mossa da uno stesso nobile obiettivo: potenziare la plasmaferesi. Un grande gioco di squadra, sposato da tutte e 4 le realtà locali trentine, che – per la prima volta dopo 80 anni – si sono messe insieme senza guardare bandiere, colori o differenze perché il fine ultimo era nobile e importante. Ma andiamo con ordine e facciamo il punto con Viliotti per quanto riguarda scorte ematiche, plasma e campagne di sensibilizzazione.
Donazioni sangue e plasma: possiamo tracciare un bilancio della vostra provincia autonoma? Che numeri abbiamo?
“Per quanto riguarda il sangue il Trentino fortunatamente è autosufficiente. Anzi, siamo onorati e orgogliosi di poter fornire circa 6/7mila sacche all’anno a due ospedali della capitale: il Gemelli e il Sant’Eugenio di Roma. Anche la nostra regione, come del resto moltissime italiane, quest’anno ha registrato una leggera flessione del numero di donazioni di sangue. Per dare qualche numero possiamo dire che da inizio 2022 fino a metà anno abbiamo raccolto circa 700 sacche di sangue intero in meno rispetto al primo semestre del 2021”.
Quali sono le ragioni?
“Varie e diversificate. Da un lato, complice il Covid-19, il trend assunto dai donatori in seguito alla pandemia ha influenzato molto questo calo. Pensi al non presentarsi all’ultimo secondo per positività o alle sedute cancellate dall’azienda sanitaria per impiegare su altri fronti le risorse umane e dunque il personale medico sanitario. Adesso per quanto riguarda il sangue stiamo quasi rientrando nei buonissimi dati del 2021 invece il nostro tallone d’Achille è sempre stato il plasma”
Quali sono i dati delle donazioni di plasma nella vostra provincia autonoma? Buoni o si deve fare di più?
“Assolutamente di più e ancora non basta perché per quanto riguarda il plasma riusciamo a coprire solo e circa il 70-75% del fabbisogno. Ecco che lo scorso giugno con tutti gli altri presidenti delle associazioni di sangue locali abbiamo messo a segno un’azione sinergica partendo dal triste dato che vede il Trentino al quartultimo posto tra le regioni italiane per la capacita di chilogrammi di plasma raccolti ogni 1000 abitanti”
E dunque?
“Partendo da questo dato abbiamo deciso di fare un’azione di sensibilizzazione verso la politica tutta, a partire dal nostro consiglio provinciale, per poi coinvolgere cittadini, azienda sanitaria e media. Abbiamo messo nero su bianco cinque pagine che dicono che il plasma è, e deve diventare, un argomento strategico che interessa chiunque si occupi di sviluppo. Abbiamo sottolineato e contestualizzato l’importanza della plasmaferesi, i costi che inevitabilmente ricadono sullo Stato. Abbiamo fatto leva non solo sui costi e sulla necessità non rimandabile di plasmaderivate per i tanti italiani affetti da patologie genetiche, rare e neurodegenerative. Un lavoro di squadra congiunto fatto unicamente con le nostre risorse e che ci ha visti uniti per ribaltare questo triste dato che vedeva nella nostra regione uno dei fanalini di coda. Attraverso questa campagna promozionale abbiamo coinvolto 7 giovani atleti delle maggiori società sportive trentine. A loro volta le società gratuitamente hanno contributo a questa campagna che, dal 14 giugno ad oggi, viene diffusa nei cinema, in tutti i giornali locali, social ma anche sui tram e altri mezzi pubblici”.
Uniti per una buona causa?
“Tutti. Una causa che non è solo medica o sanitaria bensì etica e sociale.
E questo è il valore aggiunto. Per la prima volta in 80 anni le 4 associazioni, tra cui Avis che rappresento, si sono messe insieme per raggiungere un obiettivo superiore e i dati ci dicono che abbiamo fatto bene”.
Può dare qualche dato in più?
“Dal 14 giugno alla fine di settembre abbiamo triplicato la raccolta estiva del plasma rispetto all’anno precedente. Un dato non da poco se si pensa che, storicamente, il periodo estivo, complici le vacanze e le assenze, è da sempre quello più complicato per le donazioni. Lo scorso settembre, su questo fil rouge, abbiamo registrato un + 228% sulle aferesi rispetto al settembre 2021. E questi incoraggiamenti ci dicono che abbiamo fatto bene a sollecitare l’azienda sanitaria ma anche tutte le realtà, ai vari livelli, coinvolte”.
Perché il Trentino non ha una storicità nella cultura del dono del plasma?
“Le ragioni sono varie e siamo tutti responsabili a vario titolo. Un po’ la responsabilità delle associazioni che forse non hanno adeguatamente promosso la cultura del dono del plasma. Forse è passato, per le ragioni più diverse, il messaggio errato incentrato solo sul sangue e non abbiamo sufficientemente informato circa l’ importanza strategica dei plasmaderivati. Per tutte queste ragioni, per promuovere la cultura della donazione dal plasma è nato il nostro documento. Un’azione che viene dal basso molto sentita e che già sta dando i suoi frutti ma dobbiamo tutti quanti necessariamente far di più. Anche perché il Trentino è uno dei territori italiani, sia per quanto riguarda il sangue ma anche la donazione di organi e midollo, più virtuosi per numero di donatori sulla popolazione. Non possiamo essere da meno per quanto riguarda il plasma. E sono sicura che riusciremo nel nostro intento comune: quando c’è condivisione di prospettive e risultati gli obiettivi si raggiungono”
Altre azioni che avete compiuto in tal senso?
“Abbiamo chiesto l’ aumento di posti disponibili perché nel nostro caso non mancano i macchinari. Ad oggi però siamo fermi a 2 aferesi al giorno per macchinario. Ecco che, insieme, abbiamo chiesto che siano fissati obiettivi di un certo tipo e, al contempo, chiediamo a gran voce programmazione e un piano sangue, nonché piano plasma, adeguati. Da ultimo, non certo per ordine di importanza, stiamo cercando con ogni mezzo di informare ancora di più la popolazione che deve essere consapevole della imprescindibile importanza del plasma. Noi ci siamo: ora spetta all’azienda sanitaria fare la sua parte”.
Per aderire alla campagna #DaMeaTe basta inviare un breve video autoprodotto, da iniziare con la frase “Quando dono penso che…”, completandola poi con ciò che si ritiene importante, utile, appropriato per l’iniziativa. È possibile inviare i video via mail all’indirizzo dameate.donatorih24@gmail.com, via Whatsapp al numero 393 401 2016 o come messaggio privato alla nostra pagina Facebook.
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