“Il plasma è essenziale per garantire una vita dignitosa ai tanti pazienti affetti da malattie rare. Bisogna sensibilizzare le nuove generazioni al valore del dono”. A parlare è Vincenzo Manzo, presidente nazionale di Fratres, che fa il punto sull’attuale situazione italiana, tra mancanze di scorte ematiche, educazione alla plasmaferesi e importanza del dono quale gesto anonimo, volontario e gratuito.
Presidente, in questi mesi molte regioni d’Italia hanno fatto e stanno facendo i conti con la mancanza di scorte di sangue e plasma. Quali sono le ragioni?
“Sono molteplici. Innanzitutto l’impatto del Covid-19, sia sui donatori sia sul personale sanitario, che, con l’isolamento dovuto alla positività ha fatto più danni rispetto al lockdown nel quale anche gli interventi chirurgici e le terapie, quindi il consumo di sangue, erano a livelli minimi. La ripresa gli interventi, dopo la lunga interruzione dovuta alla pandemia, ha comportato una maggior necessità di sangue ed emocomponenti.
Poi ci sono le difficoltà legate alla carenza del personale sanitario che, soprattutto per la raccolta associativa, ha comportato l’annullamento di molte giornate di raccolta. Questo problema, già prima della pandemia, era stato oggetto di una nostra lettera, condivisa con il CIVIS (Coordinamento interassociativo volontari italiani del sangue, ndr), al Ministro della Salute con proposte e suggerimenti per cercare di dare una risposta a questo preoccupante problema. Poi c’è un altro aspetto”.
Quale?
“Esiste una costante, anche se lenta, diminuzione dei donatori. I nuovi donatori infatti non riescono a compensare quelli che devono smettere per motivi di salute o età. Ecco perché è importante spingere sul ricambio raggiungendo le nuove generazioni come anche le nostre campagne promozionali come #lenotedeldono e la sua declinazione giovani con il Resilienza Tour di Forjay che, con il linguaggio universale della musica, mirano a promuovere la cultura del dono in modo innovativo e di sistema, facendo rete”.
Rispetto al 2021, che andamento ha registrato finora Fratres nazionale?
“L’andamento è nel complesso positivo, non mi stupirei se a fine anno avessimo numeri leggermente superiori al 2021. Consideriamo però che noi non siamo presenti in tutte le regioni e che la crisi delle regioni storicamente virtuose, che rendono possibile la compensazione interregionale, fa segnare un risultato negativo e amplifica le criticità nelle regioni carenti”.
Le persone vaccinate contro il Covid-19 possono tranquillamente donare il sangue?
Certo, seguendo le indicazioni e i tempi forniti dalle autorità sanitarie. Invitiamo i donatori a non cadere nella trappola della disinformazione che, anche in questo settore vede fake news che penalizzano l’attività di raccolta e inficiano a volte anche i risultati della nostra opera di sensibilizzazione.
È vero che con la plasmaferesi è possibile donare di più?
“Sì, si può donare di più perché lo si può fare più frequentemente. E la donazione di plasma è importante in quanto l’Italia non è un Paese autosufficiente relativamente a questo bene, definito strategico per la realizzazione dei farmaci plasmaderivati che, non a caso, si chiamano salvavita”.
Ha avuto modo di vedere la nostra campagna #DaMeaTe? Cosa ne pensa? Parteciperete come Fratres?
“Certamente. La prima cosa che ho pensato è che fosse la naturale estensione della Campagna Promozionale Fratres – United Legami di Sangue che nel 2019 fu presentata al Senato della Repubblica, coniando appunto l’hasthtag #DaMeATe. Un’estensione magari puntata sul plasma, proprio perché la nostra precedente campagna era riferita al sangue intero. In secondo luogo anche il logo della campagna richiama il pittogramma Fratres, disegnato negli anni Settanta da Paolo Parigi di Heron Parigi, che raffigura appunto una goccia di sangue che completa un cuore. Infine anche il metodo scelto, quello dei mini video, riprende molto l’attuale campagna #cefratres che appunto si prefigge di promuovere il volontariato del dono e la nostra associazione attraverso brevi ma significative testimonianze legate agli stili di vita ed alle attività dei nostri volontari”.
Come mai in Italia è così ancora difficile diffondere la cultura della donazione del plasma? Quali ancora i passi da fare? Si sente di lanciare un messaggio anche per spiegare che molti pazienti vivono solo ed esclusivamente grazie a plasmaderivati?
“Dobbiamo tener conto di alcune considerazioni. Penso al fattore culturale, in quanto la donazione del plasma è una pratica relativamente recente rispetto a quella del sangue intero e anche la sua lavorazione ha subito nel tempo un’evoluzione che la rende sempre più preziosa, ma che implica alcuni criteri da rispettare per la raccolta. Si è sempre saputo dell’importanza del plasma ma nel tempo è diventata maggiormente evidente la strategicità di questo bene.
Da non sottovalutare poi il fattore organizzativo in quanto questo tipo di donazione dura di più della classica donazione di sangue intero e necessita di apparecchiature che, per esempio, in alcune unità di raccolta associative non è semplice o fattibile utilizzare.
Quello che è certo è che moltissimi pazienti vivono grazie ai farmaci plasmaderivati: ecco che il nostro impegno è di incentivare questa donazione, convogliare i donatori più motivati e più portati a questo tipo di donazione ad effettuarla con maggior frequenza e contemporaneamente fare in modo che si possa fare sempre in più strutture anche per ottimizzarne la raccolta. Basta pensare che se ogni donatore di sangue aggiungesse alle sue donazioni annue, almeno una di plasma, saremmo vicini a raggiungere la tanto sospirata autosufficienza”.
Un concetto, quest’ultimo, su cui insiste anche la campagna di DonatoriH24 #DaMeaTe per l’autosufficienza nel plasma. Chi volesse ancora dare il suo contributo alla campagna può farlo registrando un breve video autoprodotto, da iniziare con la frase “Quando dono penso che…”, completandola poi con ciò che si ritiene importante, utile, appropriato per l’iniziativa. È possibile inviare i video via mail all’indirizzo dameate.donatorih24@gmail.com, via Whatsapp al numero 393 401 2016 o come messaggio privato alla nostra pagina Facebook.
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