“In Italia sappiamo che i farmaci antiretrovirali si sono dimostrati efficaci per il nuovo ceppo di coronavirus” con queste parole Gianpietro Briola, presidente nazionale dell’Avis, rassicura tutti, donatori e non, rispetto alla diffusione dell’epidemia di Covid-19 nella nostra penisola: “In Cina non hanno disponibilità di questo tipo di farmaco, è stata utilizzata la terapia a base di plasma, che beneficia di una parte del sangue delle persone guarite, ma solo a causa della mancanza di una cura alternativa disponibile per tutti”.
Il 17 febbraio è stato dimesso nella città di Wuhan il primo paziente sottoposto a terapia di “plasma di convalescenza”, il presidente dell’Avis si esprime così sul risultato: “Il sistema sanitario cinese non è del livello di quello italiano e non offre disponibilità di cure gratuite e accessibili a tutti come qui in Italia- perciò, spiega Briola -il problema che causa la veloce diffusione dell’epidemia in Cina sono le condizioni sociali, la povertà, la scarsa igiene e la bassa qualità del sistema assistenziale“.
A proposito del tentativo del governo cinese di arginare l’epidemia mettendo in isolamento circa sessanta milioni di persone, commenta: “La reazione di Pechino è in ritardo, hanno evidentemente sottovalutato il problema, in futuro dovranno intensificare le misure e ampliare i controlli”.
E, mentre in Cina il numero giornaliero di casi di infezione scende per la prima volta a meno di 2.000 unità, la paura da coronavirus, che si alimenta di false notizie, dilaga nel nostro Paese e non sembra trovare una cura: “In Italia ci sono stati solo tre casi di infezione, non ci sono state evidenze e i controlli agli aeroporti sono intensi. La psicosi in Italia è ingiustificata” conclude Briola.