“In chirurgia è capitato servisse sangue e non ce ne fosse abbastanza”

2021-03-02T19:46:37+01:00 2 Marzo 2021|
di Gabriele Neroni

Lavorando come medico nel reparto di chirurgia di Frosinone è capitato di trovarci in difficoltà nel reperire il sangue, e per questo motivo mi sono avvicinato al mondo della donazione.

È accaduto diverse volte: per esempio in ospedale si è presentato il caso di una paziente con necrosi intestinale massiva. Riuscimmo a sostenere le cure di questa persona ancora giovane, aveva meno di sessant’anni. Necessitava di moltissimo sangue al punto da richiedere in certi giorni 10 flaconi in 24 ore. Non riuscivamo a trovarne abbastanza. Fu solo grazie all’interessamento personale di Fidas Alatri che riuscimmo a salvare la vita della paziente.

Ho cominciato così l’iter interno al mondo della donazione di sangue: mi sembrava utile, giusto e bello intervenire in questo ambito. Ho cominciato prima con Avis e poi con Fidas, un ambiente molto piacevole da vivere, perché si creano situazioni di amicizia e di convivialità.

Ho donato regolarmente e dono ancora. Sono fuori dall’età in cui generalmente viene permesso di donare, mi hanno concesso una deroga perché sono in buona salute. Continuo ogni tre mesi a presentarmi per la donazione. Credo faccia bene all’organismo perché permette l’avvicendamento delle cellule del sangue. Lo dico ai miei figli, li esorto a donare, e sono un sostenitore della donazione di sangue. Per scherzare dico sempre che non c’è miglior sistema per restare giovani.