“Il sangue non si fabbrica e ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte, per quel che può”

2023-07-13T11:57:24+02:00 13 Luglio 2023|
di Elisabetta Galletti

Non mi ricordo con esattezza quando ho iniziato a donare, ero molto giovane, ma ricordo bene la motivazione che mi ha spinto allora, come oggi: il voler fare qualcosa per qualcuno, guardare oltre la mia individualità a chi ha bisogno.

Ho fatto le prime donazioni all’ospedale di Assisi, poi mi sono spostata su Foligno. Mi sono iscritta sin da subito all’Avis. Durante la gravidanza nel ’97 ho dovuto interrompere ma poi ho ripreso e sono ormai 25 anni che dono con regolarità. È una spinta che mi viene da dentro, quasi un bisogno. Ho provato un grande dolore quando, qualche tempo fa, mi sono stati riscontrati valori bassi di emoglobina e mi è stato impedito di donare nonostante la mia insistenza. Ho iniziato a donare quindi il plasma e di recente ho ripreso anche a dare il sangue.

Ero ormai una donatrice più che “consolidata” quando nel 2017 mio padre si è ammalato e ha avuto bisogno di sangue. È accaduto proprio nei mesi estivi. Doveva fare trasfusioni tutti i giorni. È capitato che ha dovuto attendere anche una giornata intera in ospedale perché le sacche di sangue non c’erano e non arrivavano. In quel momento ho fatto appello a tutti: amici, familiari conoscenti perché donassero il sangue per mio padre.

Questa esperienza ha rafforzato il mio “credo” verso la donazione di sangue. In questa circostanza ho toccato con mano le difficoltà di “approvvigionamento” di sangue da un ospedale a un altro. Con la mia esperienza di donatrice e di figlia di un paziente sono incappata in una serie di ostacoli e lungaggini burocratiche che, secondo me, potrebbero essere superati per favorire anche l’ingresso di nuovi donatori. Nel frattempo continuo e ho continuato a trasmettere questo mio impulso alla donazione anche ai miei figli perché ritengo che sia un dovere verso chi ha bisogno. Il più grande è già un donatore, il più piccolo ci si sta avvicinando.

A loro e a tutti i ragazzi che non lo fanno per scetticismo o per paura degli aghi o semplicemente perché non sanno cosa avviene con la donazione, consiglio di provare facendosi accompagnare da un amico. Il sangue non si fabbrica e ognuno di noi è chiamato a fare la sua parte, per quel che può.