“Nelle ultime tre settimane, abbiamo raccolto ben 180 sacche di sangue in più rispetto allo stesso periodo del 2019”. Mauro Montanari, referente del centro trasfusionale dell’Ospedale Pediatrico Bambin Gesù, racconta l’incremento straordinario delle donazioni avvenuto nei giorni scorsi, quando i donatori, con grande energia, hanno risposto in massa all’appello rivolto dalla Protezione civile e dalle istituzioni. Quindi la reazione all’emergenza-raccolta ha determinato un risultato addirittura superiore alle necessità contingenti e alle aspettative.
“Noi, con una sacca di piastrine possiamo trasfondere due o tre bambini malati” spiega il dirigente che, riferendosi a tutti coloro che per la prima volta hanno donato aggiunge: “L‘importante è che adesso non perdano la motivazione e che capiscano che, farlo anche tra qualche settimana, non rende minore il valore del gesto, e non ne diminuisce l’importanza”.Maurizio Infantino, presidente Avis comunale della metropoli, racconta la forte partecipazione alla raccolta avvenuta su tutto il territorio: “A Roma, nell’ultima settimana, migliaia di persone hanno voluto donare sangue.
La città, che è costantemente in crisi per la raccolta, negli ultimi dieci giorni ha fatto uno sforzo gigantesco. Ora è necessario pianificare le scorte per aprile e maggio e programmare le donazioni -spiega Infantino e aggiunge- è necessario capire la necessità per i prossimi mesi per quel che riguarda plasma, sangue e piastrine, ma, soprattutto, è importante, in questo periodo, informare correttamente le persone che si presentano a donare per la prima volta”.La città, considerata tra i fanalini di coda della raccolta sangue a livello nazionale, è impegnata oggi nella nuova sfida di dover gestire l’esubero dei donatori: “Per donare a Roma è necessario prenotarsi, anche per la sola donazione del sangue, nei vari centri trasfusionali.
Sono disponibili anche le autoemoteche distribuite nel territorio- e, pensando agli aspiranti donatori, spiega -a Roma sono pochi quelli che provengono da una cultura della donazione. Di solito si reagisce all’emergenza senza pensare che esistono malati che hanno tutto l’anno il bisogno di ricevere sangue. Invece la donazione è un atto civico, dovrebbe entrare nella vita quotidiana del cittadino. Il nuovo donatore deve provare a tradurre lo slancio di reazione all’emergenza in uno sforzo continuativo nel tempo e donare regolarmente, prenotando“.