Autosufficienza da plasmaderivati
Il webinar di Avis per sapere tutto

2021-07-01T14:35:09+02:00 1 Luglio 2021|Attualità|
plasma iperimmune di Valerio Valeri

Quando si affronta il tema sangue, l’attenzione generale si focalizza quasi esclusivamente sull’autosufficienza, o quantità di sacche che ogni regione riesce a mettere in magazzino ogni anno, per fronteggiare sia le emergenza, sia l’ordinaria amministrazione delle strutture ospedaliere italiane. Poco, però, si parla dell’autosufficienza da farmaci plasmaderivati, ovvero i medicinali salva-vita realizzati con una delle componenti – tra le più importanti – del nostro sangue. Il tema è stato affrontato da un webinar organizzato nell’ambito del ciclo “Be Good” e promosso da Avis Nazionale. Un momento importante per fare il punto della situazione in Italia e in Europa, con l’obiettivo di sviluppare le strategie necessarie a raggiungere, da noi come negli altri Paesi dell’area UE, l’indipendenza nel mercato dei medicinali salvavita.

Le mosse della Commissione Europea

Tra gli ospiti intervenuti al webinar, moderato da Alice Simonetti (esecutivo Avis), c’era Simona Bonafè, deputata europea e membro della commissione Ambiente e Salute Pubblica. “La donazione rappresenta un gesto prezioso – ha esordito la deputata – non solo come soluzione medica, ma come alleato essenziale in ambito farmacologico. A livello europeo la strategia vuole assicurare il valore etico degli emocomponenti in ogni territorio continentale. La Commissione Europea ha proposto una revisione alla direttiva sul sangue in vigore dal 2002: troppe cose sono cambiate, quindi la legislazione va rivista. L’armonizzazione tra gli stati membri è necessaria per diventare indipendenti sull’approvvigionamento di emocomponenti”.

La donazione di plasma

Il ruolo chiave del Terzo Settore

L’importanza dell’associazionismo, insieme all’importanza del concetto di sussidiarietà, sono temi centrali nel dibattito sull’autosufficienza. Il ruolo di realtà come Avis è stato rivendicato dal presidente Gianpietro Briola e dal direttore del Centro Nazionale Sangue, Vincenzo De Angelis: “Un accordo sempre più forte con le istituzioni nazionali e regionali è fondamentale – hanno ribadito in coro – per rispondere al consumo crescente previsto nel futuro. Fissare gli obiettivi con le singole Regioni è strategico per incrementare la raccolta di plasma, perché c’è troppa differenza tra territori. In questo sarà fondamentale il supporto della Commissione Europea”.

Il valore etico della donazione

Come emerso anche durante il World Blood Donor Day 2021 e nel simposio scientifico dello scorso 15 giugno, importanza fondamentale la assume il valore etico della donazione: “E’ ciò che ha reso solido il nostro sistema – proseguono Briola e De Angelis – rispetto ai Paesi dove questo gesto prevede una retribuzione. L’aspetto pubblico di questa scelta deve portarci a guardare all’autosufficienza come un obiettivo a cui lavorare insieme”.

Vincere lo stigma verso gli omosessuali

Purtroppo, nel 2021, ci sono ancora Paesi che impediscono alle persone omosessuali di sesso maschile di donare. Lo denuncia Gianfranco Massaro, presidente Fiods (la Federazione internazionale delle organizzazioni dei donatori di sangue) e membro dell’Avis Molise: “Sono 18 su 27 gli Stati che vietano questo tipo di donazione – ha spiegato nel corso del webinar – . L’autosufficienza di globuli rossi è garantita solo nell’Europa occidentale, per questo serve l’impegno di tutti, anche con progetti piccoli ma mirati, per aiutare quelle nazioni che sono più indietro rispetto a noi in termini di approvvigionamento”.

L’importanza dei professionisti

Francesco Fiorin, presidente della Società Italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia, ha posto l’accento sull’importanza di avere figure professionali di livello alla base di ogni decisione: “Associazioni, istituzioni e medici rappresentano le cosiddette tre gambe su cui regge il nostro sistema – ha spiegato – Troppo spesso si dà per scontata la disponibilità di emocomponenti e professionisti, quando invece non è così e la pandemia lo ha confermato. L’università italiana non prevede specializzazioni in medicina trasfusionale e questo comporta periodi troppo lunghi di insegnamento sul campo. Non c’è attività sanitaria dove non entri quella trasfusionale, non possiamo più aspettare, il Covid ci ha fatto capire che pazienti e donatori hanno bisogno di risposte immediate”.

Passi avanti per l’indipendenza dagli USA

 Stefaan Van Der Spiegel, membro della direzione generale per la salute e la sicurezza alimentare della Commissione Europea, ha annunciato “una proposta al Parlamento europeo per l’attuazione di interventi ulteriori per assicurare l’indipendenza dagli USA per i farmaci plasmaderivati, un’esigenza riscontrata in più parti dell’area UE e che ci renderà più forti sotto ogni aspetto”.

E la donazione è un gesto da considerare alla pari di un diritto umano, come sottolinea Lorenzo Montrasio, componente del direttorato dei diritti umani del Consiglio d’Europa, per di più decisivo per l’autosufficienza: “La donazione etica e non remunerata rappresenta l’unico modo per evitare lo sfruttamento delle persone più deboli, a differenza di quanto avviene dove è prevista la retribuzione. Sarebbe la più grave violazione dei diritti umani, motivo per cui è necessario che la Convenzione di Oviedo completi il suo iter legislativo nei Paesi in cui è fermo”.

La Convenzione citata da Montrasio è un trattato aperto nel 1997 e ha come scopo la protezione dei Diritti dell’Uomo e della dignità dell’essere umano nei confronti dell’applicazioni della biologia e della medicina. All’Articolo 21 è possibile leggere: “Il corpo umano e le sue parti non debbono essere, in quanto tali, fonte di profitto”.