#GOCCIAdopoGOCCIA, è così che si alimenta il sistema trasfusionale italiano e si aiutano, davvero, i pazienti che hanno bisogno di trasfusioni e farmaci salvavita, che si tratti di situazioni occasionali o una tantum, come incidenti e operazioni chirurgiche o di necessità periodiche come nel caso di pazienti che soffrono di patologie molto difficili come anemia, talassemia o emofilia.
Per aiutare il pubblico a conoscere a fondo il valore delle trasfusioni, sul sito di Avis nazionale va in scena una nuova rubrica, che si chiama, per l’appunto, #GOCCIAdopoGOCCIA: uno spazio in cui periodicamente saranno raccontate delle storie di vita vissuta, al fine di sottolineare l’importanza della donazione di sangue e il fil rouge tra donatori e pazienti.
#GOCCIAdopoGOCCIA entra dunque nel filone di tutti quegli spazi in cui l’esperienza reale di donatori o pazienti diventa un volano per trasmettere i sentimenti e le emozioni di chi grazie al dono del sangue arricchisce il proprio bagaglio spirituale o il proprio benessere fisico. Uno spazio, per esempio, simile a I donatori raccontano su Donatorih24:
La prima storia raccontata nello spazio di #GOCCIAdopoGOCCIA è quella di Isabella, “una bambina di 10 anni che vive insieme ai genitori, alla sorella maggiore e al fratello”. Isabella è una paziente cronica e soffre di immunodeficienza comune variabile, una patologia che è possibile tenere sotto controllo soltanto attraverso un farmaco salvavita, e che ha come caratteristica quella di tenere il livello di protezione offerto dal sistema immunitario sotto una soglia accettabile.
Un caso come centinaia di migliaia nel nostro paese per cui la certezza di poter contare sulle sacche di sangue o il plasma da inviare alle industrie per produrre i plasmaderivati equivale al futuro.
Nei giorni scorsi, a dimostrazione di ciò, abbiamo indagato la situazione dei talassemici italiani attraverso l’intervista a Raffaele Vindigni presidente di United Onlus, che ci ha spiegato come la carenza di medici e di personale sanitario sia un problema anche più grosso della carenza sangue:
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Testimonianze di donatori e pazienti, in questo senso, possono aiutarci a capire bene come migliorare sempre di più il sistema sanitario, sia nell’ottica di arrivare a livelli sempre più altri di autosufficienza, sia nell’ottica di spendere nel modo migliore le risorse che nel 2022 dovrebbero essere a disposizione per campagne di sensibilizzazione, ampliamento dell’organico dei trasfusionisti e miglioramento delle strutture trasfusionali.
Il legame, il fil rouge tra donatore e paziente è la metafora che rappresenta al meglio il senso profondo di un sistema sangue che funziona.