Piano nazionale plasma, gli stakeholder del sistema invitati al dibattito on-line

2021-04-07T15:45:53+02:00 6 Aprile 2021|Attualità|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Da oggi fino al 30 aprile, tutti gli stakeholder del sistema trasfusionale, potranno partecipare a un primissimo giro di consultazioni on-line, per contribuire a delineare i capisaldi del prossimo piano nazionale plasma. Per consentire ciò, il Centro nazionale sangue ha messo a disposizione una vera e propria piattaforma on-line, che interroga gli attori di sistema sulle questioni più strategiche. Ecco l’intento di tale strumento:

“Al fine di acquisire elementi utili alla redazione del prossimo Programma nazionale, che saranno poi oggetto di opportuna condivisone nelle sedi previste, è partita una consultazione aperta a tutti gli stakeholder del Sistema di produzione di medicinali plasmaderivati, che si potranno esprimere la loro opinione in tema di: promozione del razionale ed appropriato utilizzo dei medicinali plasmaderivati, sviluppo della raccolta di plasma nei servizi trasfusionali e nelle unità di raccolta, aspetti normativiaspetti organizzativi e gestionali, monitoraggio, risorse, comunicazione, formazione ed educazione permanente.

La consultazione sul Programma nazionale plasma è compilabile on line tramite il seguente link fino al 30 aprile.

Consultazione generale sul Programma nazionale plasma e medicinali plasmaderivati (PNP)

Il confronto tra passato e futuro

Il rinnovamento del piano nazionale plasma non poteva arrivare in un momento migliore. Il precedente percorso operativo, il Pnp 2016-20, risale ormai a 5 anni fa ma nel frattempo gli scenari nazionali e globali sono cambiati enormemente, complice la pandemia da Covid-19 con cui il mondo intero deve fare i conti da più di un anno. Certo, i capisaldi del piano nazionale plasma 2016-20 non cambieranno, perché ciò che cambia è il quadro di riferimento. Già nel 2016, su Buonsangue, avevamo fotografato nel dettaglio quali fossero i capisaldi del programma nazionale, e oggi a partendo da quegli stessi punti, abbiamo analizzato ciò che è cambiato, e in che modo gli obiettivi di allora sono più o meno importanti anche oggi:

I capisaldi del Pnp 2016-20

  1. Raggiungimento dell’autosufficienza ematica nazionale
  2. Rafforzamento delle politiche di appropriatezza attraverso le pratiche di Patient blood management
  3. Individuazione dei prodotti driver
  4. Rafforzamento del principio del conto-terzi
  5. Rafforzamento del principio di interscambio dei prodotti sulla base del principio di compensazione regionale
  6. Portare tutte le regioni a una raccolta plasma superiore ai 10 kg per ogni 1000 abitanti
  7. Promozione della raccolta plasma

I capisaldi di allora nel nuovo scenario

1. Per quello che riguarda il raggiungimento dell’autosufficienza ematica nazionale, in base allo scenario attuale, questo obiettivo strategico sembra ancora più importante e stringente di allora. La pandemia ci ha insegnato definitivamente che il plasma e il sangue sono risorse di vitale importanza per una nazione, al pari di acqua, ossigeno e materie prime. Oggi la produzione di circa il 60% del plasma mondiale dipende in tutto e per tutto dagli Usa, che com’è noto lo reperiscono sul territorio in larga parte a pagamento, e in uno scenario di emergenza sanitaria i fatti hanno già dimostrato che nella distribuzione delle risorse prevalgono logiche nazionaliste o di consumo interno. L’Italia, a oggi, è autosufficiente per il 70%, e questo significa che per il restante 30% del fabbisogno interno il nostro Paese ha la necessità di reperire i plasmaderivati sul mercato, subendone prezzi e meccanismi. Non è difficile immaginare il rischio che corrono i tantissimi pazienti che dai farmaci salvavita dipendono nel quotidiano, in caso di penuria o imprevedibili difficoltà di reperimento. La crescita della quota di autosufficienza, dunque, resta una priorità assoluta.

2. Di Patient blood managment abbiamo parlato di recente nell’approfondimento del 25 marzo: sono evidenti i vantaggi di tali pratiche sia sui globuli rossi sia sull’utilizzo dei plasmaderivati. Ridurre al minimo gli sprechi di materia prima offerta dai donatori è una necessità sanitaria, un dovere etico e uno strumento di sicurezza.

3. Anche nello scenario odierno, l’individuazione dei prodotti driver per rispondere al fabbisogno dei pazienti, è un obiettivo centrale: nello scenario Covid-19 abbiamo già più volte sottolineato del valore delle immunoglobuline, specie dopo che il numero dei vaccinati sarà cospicuo, così come restano di primaria importanza i fattori della coagulazione e l’albumina.

4. Anche se lo scenario pandemico desta qualche preoccupazione sul piano della raccolta plasma, e come abbiamo più volte ribadito il leader di mercato sono gli Usa che raccolgono plasma a pagamento nei centri di raccolta privati, il metodo italiano del conto-terzi, grazie al quale il plasmo raccolto grazie ai cittadini resta pubblica e viene conferito alle aziende produttrici di farmaci che lo lavorano e lo restituiscono al sistema sanitario nazionale sottoforma di plasmaderivati, è da difendere senza remore. Il sistema sangue italiano si basa sui principi di dono gratuito, volontario, anonimo, associato e organizzato, condiviso da tutti i donatori.

5. Anche lo scambio di risorse tra regioni in base al principio della compensazione, è un principio che si è dimostrato estremamente valido per ovviare alle eventuali carenze sul territorio nazionale, e dunque andrà ulteriormente rafforzato e migliorato.

6. Ottimizzare le raccolte regionali portando tutte le regioni oltre una soglia media di produzione per campione statistico di abitanti, resta di certo una necessità del sistema, un primissimo passo verso la crescita del valore medio di autosufficienza nazionale a oggi al 70%.

7. Il modo per far crescere la raccolta plasma, inevitabilmente, è la sensibilizzazione. In questo anno caratterizzato dal Covid-19, il plasma e il dibattito sulle sue proprietà è per la prima volta entrato nel mainstream, e oggi la maggior parte degli italiani sa cos’è il plasma e a cosa serve. Se è vero che c’è stata enorme disinformazione sul tema e non di rado sono passati messaggi sbagliati, è vero anche che questa centralità è un possibile tesoro da non disperdere. Oggi come non mai sono dunque decisive campagne generalizzate e transmediali sull’importanza della plasmaferesi e del dono, proprio com’è avvenuto nell’ultimo periodo con Avis e la sua campagna #gialloplasma, ormai attiva da tempo.

Gli stakeholder invitati sulla piattaforma del Cns

 

Il confronto

Ai fini di una comprensione profonda del contesto, l’idea di una consultazione primaria che coinvolga tutti gli attori di sistema ci sembra sacrosanta, anche perché “l’invito” a esprimersi è davvero completo. Si va dalle strutture regionali di coordinamento alle associazioni di donatori, dai servizi farmaceutici e ospedalieri alle associazioni di pazienti, dalle società scientifiche alle aziende di frazionamento. Un ottimo inizio. A patto che il confronto democratico e pluralista non sia solo formale, ma serva veramente a creare un prossimo piano quinquennale in grado di includere le istanze e le esigenze di tutti.