Avevo appena 20 anni quando iniziai a donare. Ebbi un amico che rimase coinvolto in un brutto incidente. Mi sono sentito toccato in prima persona e così sono andato a donare. Da allora non mi sono più fermato. Sono ormai 42 anni che dono.
Inizialmente donavo quando mi chiamavano gli amici. Poi, quando potevo, passati i 90 giorni, andavo di mia spontanea volontà a donare. Mi iscrissi a un’associazione di donatori, ma ero insoddisfatto perché pensavo si potesse fare di più. Così ho fondato un gruppo di donatori, fino a costituire, insieme a Fidas, l’associazione “La rete di tutti” al Cto Sant’Eugenio. L’abbiamo fondata nel 2010 e oggi siamo oltre 14 mila donatori. Abbiamo tantissimi gruppi, dalle scuole alle parrocchie.
La donazione è un grande aiuto. Mi è capitato questa estate che un nostro donatore mi ha incontrato, fermato e abbracciato. Io sono rimasto un po’ perplesso. Lui però mi ha detto: “voi non salvate solo la vita a chi riceve il sangue ma anche a chi dona”. Io non capivo quello che era successo. Questa persona allora mi ha raccontato che era venuto a donare sulla nostra autoemoteca e la dottoressa aveva notato che le analisi fatte in loco, prima della donazione vera e propria, mostravano una pressione troppo lontana dai valori limite normali. Non lo fece donare quel giorno e gli consigliò di andare a un pronto soccorso. Lui è andato e lo hanno ricoverato. Era sotto infarto, un infarto silente, di quelli che non danno segnali e non presentano sintomi. Si è salvato grazie alla nostra telefonata che lo abbiamo invitato a venire a donare e alla professionalità della dottoressa. Prima di salutarci, alla fine, mi ha detto: “sono vivo grazie a quella telefonata che mi avete fatto. Io ero venuto per fare del bene agli altri, ma in realtà ho fatto del bene a me stesso”. Adesso lui sta bene e vive benissimo.
Questo è successo anche con altre persone. Ad una ad esempio hanno scoperto un tumore asintomatico sul rene. Non aveva nessun dolore. In seguito a quella telefonata che abbiamo fatto per invitarla a venire a donare, le abbiamo fatto le analisi di routine che si fanno ogni volta che ci si reca a un centro trasfusionale e, visti i risultati, le abbiamo consigliato di fare degli accertamenti. Adesso si è operata e sta bene. Non ha dovuto fare né chemioterapia né altre cure, perché era stato preso in tempo. Queste storie ci danno una grande forza.
Sono 40 anni che faccio il tassista e il volontariato è quasi un doppio lavoro. Ma queste storie ci danno l’energia per continuare ad andare avanti e impegnarci al meglio a fare bene il nostro lavoro.
*Felice è romano, tassista, 62 anni, presidente della “Fidas Roma- associazione La rete di tutti”