Un quotidiano locale dell’epoca titolò: «Trasfusioni di sangue sui tavoli dell’osteria».
Nel 1948 i tavoli dell’osteria Cerri a Cremona si trasformarono in lettini per le trasfusioni. L’Avis di Cremona ancora non esisteva ufficialmente, ma un gruppo di donatori si era già costituito e le trasfusioni avevano luogo nelle stanze della sede Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani).
Serviva una sala con molti letti, poiché l’Istituto sieroterapico milanese inviò una richiesta urgente di sangue. I luoghi messi a disposizione dall’Anpi non erano abbastanza grandi, così ci si rivolse all’ospedale in piazza Giovanni XXIII, ma nessuno rispose. Lì vicino, però, c’era l’osteria Cerri, il cui proprietario Luigi disse: «Avete bisogno di una camera vasta con dei letti? Ci penso io».
Giunsero quattro infermieri e un medico: i 62 donatori presenti (20 dei quali provenienti da Casalbuttano) si sottoposero al prelievo raccogliendo così 19 litri di sangue da inviare a Milano.
Ovviamente, Luigi Cerri, non si limitò a fornire la logistica. Diede anche panini e vino ai donatori da rifocillare.