Il 2020 è stato un anno difficile per la raccolta plasma, con un risultato leggermente inferiore alle attese ma tutto sommato virtuoso, viste le immense difficoltà legate alla pandemia. Il 2021 era partito a rilento con un gennaio molto complesso, che aveva fatto registrare un calo del – 13,5% sull’anno precedente.
Febbraio, invece, è andato molto meglio. Come possiamo vedere in figura 1, infatti, il dato generale di questo secondo mese del 2021 fa registrare un +2,2% sullo stesso periodo dello scorso anno. Molto importante, per questo risultato, la crescita della raccolta nelle regioni che storicamente fanno da traino, come la Lombardia (+3,2%), il Piemonte (+11,1%), il Veneto (+3,3%), l’Emilia Romagna (+17,9%) e la Toscana (+7,2%).
Più difficili invece le raccolte in regioni come Lazio (-6,6%), Campania, addirittura dimezzata (-51,1%) e Sicilia (-7%).
Se invece andiamo in figura 2 tabella 2-3 possiamo vedere rispettivamente gli stessi dati di febbraio espressi in chilogrammi e il dato confronto complessivo tra 2021 e 2021. In totale in questa nuova annata mancano circa 8mila chili persi a gennaio, che andranno recuperati nei prossimi mesi: 140.280 chilogrammi contro 132.721.
La sfida del sistema trasfusionale italiano è arrivare al World Blood Donor Day con una raccolta in linea con le aspettative e crescere mese dopo mese per chiudere il 2021 con un miglioramento. La base giusta per puntare a infrangere il muro del 70% di autosufficienza ematica che oggi è il valore italiano sul plasma. In uno scenario mondiale complesso che vedrà una crescita d’importanza per il mercato del plasma nel mondo, rafforzando sempre di più il ruolo degli Stati Uniti. La sicurezza e la salute dei pazienti italiani che vedono la loro quotidianità dipendere dai farmaci salvavita plasmaderivati, chiede assolutamente una crescita.