Suicida De Donno, pioniere del plasma
Al Carlo Poma aveva salvato molte vite

2021-07-29T14:56:10+02:00 29 Luglio 2021|Attualità|
di Valerio Valeri

Si è tolto la vita il pomeriggio di martedì 27 luglio, in circostanze ancora da chiarire, il medico Giuseppe De Donno. Cinquantaquattro anni, ex primario di pneumologia all’Ospedale Carlo Poma di Mantova, viveva a Curtatone e dal 5 luglio aveva iniziato l’attività di medico di base a Porto Mantovano. E’ balzato alle cronache durante la prima ondata di Covid 19, nel 2020, essendo stato il primo a somministrare il plasma iperimmune – ovvero quello di persone guarite dal Coronavirus – a pazienti infetti, ottenendo risultati sorprendenti. 

“Sono 58 i pazienti trattati con la terapia del plasma iperimmune al Carlo Poma di Mantova, sono tutti guariti. Abbiamo trattato 48 pazienti inseriti nel protocollo e 10 pazienti curati con autorizzazione del Comitato Etico”.

Così dichiarava De Donno durante la puntata di “Porta a Porta” del 5 maggio 2020. Una delle tante occasioni in cui l’allora primario di pneumologia fu ospite di un programma televisivo per raccontare la sperimentazione, che in quei mesi finì al centro di molte polemiche, anche e soprattutto da parte del virologo Roberto Burioni. 

Ma che cos’è, nello specifico, la cura con il plasma iperimmune? Innanzitutto, va spiegato che il plasma è la parte liquida e gialla del nostro sangue. Ed è preziosissima, perché tramite il suo utilizzo si possono produrre i cosiddetti farmaci salvavita, da utilizzare per curare patologie rare o croniche. Il plasma iperimmune, donato da un paziente guarito dal Covid 19, contiene quegli anticorpi che – trasfusi in un malato di Covid-19, dopo le opportune procedure – possono rappresentare la terapia risolutiva.

giuseppe de donno

Giuseppe De Donno

Il dottore mantovano aveva raccontato la sua esperienza clinica in un’audizione al senato il 24 giugno del 2020. Queste le sue parole di allora: “Mantova insieme a Pavia ha attuato questo protocollo che ha utilizzato il plasma da pazienti guariti per pazienti affetti da gravi infezioni da Covid-19. Quello che abbiamo osservato sono alcuni punti fondamentali: in circa il 90% si è ottenuta la negatività sul tampone, una significativa riduzione della mortalità e dei tempi ricovero”. 

Nei mesi successivi, lo studio Tsunami sul plasma iperimmune, aveva ridimensionato l’utilizzo della terapia al plasma iperimmune su larga scala, valutandola non particolarmente più efficace di altre modalità d’intervento in caso di Covid-19 in stato avanzato, ma non negando assolutamente l’utilità del plasma iperimmune in stadi precoci della malattia.

Giuseppe De Donno, laureatosi in Medicina a Mantova, è stato anche vice-sindaco di Curtatone.

A inizio carriera si è specializzato in fisiopatologia e allergologia respiratoria nel 1996. Nel 2013 è stato nominato dirigente medico della struttura complessa di pneumologia e dell’unità intensiva respiratoria dell’Asst “Carlo Poma”. Primario facente funzione dal 2018, l’anno dopo venne reso effettivo.

LEGGI la lettera di Briola (Avis) a De Donno