Il plasma iperimmune in un progetto dell’Emilia Romagna. La notizia è delle ultime ore, ed è stata annunciata dalla Regione Emilia Romagna attraverso un comunicato sul proprio sito internet che parla dell’avvenuto bilancio del sistema trasfusionale regionale, e annuncia il nuovo Piano sangue e plasma regionale, approvato dalla giunta.
Nonostante la pandemia, il sistema emiliano ha tenuto duro, ottenendo dei buoni risultati: “Nel 2020 raccolte 280.249 unità, salite a 288.000 nel 2021, e l’Emilia-Romagna continua a donare alle regioni carenti. La qualità del sistema riconosciuta anche a livello internazionale dal British Medical Journal, che ha sottolineato come la raccolta regionale in Emilia sia assolutamente in linea con gli standard qualitativi europei.
A commentare risultati presenti e obiettivi futuri è intervenuto l’assessore regionale alle Politiche per la salute, Raffaele Donini: “In questi anni difficili di emergenza sanitaria il nostro sistema è stato capace di reggere all’urto della pandemia, e di questo devo ringraziare non solo i professionisti, ma anche le associazioni di volontariato che rivestono un ruolo fondamentale nell’incentivare le donazioni – ha detto Donini – Durante l’emergenza sanitaria abbiamo garantito la raccolta del sangue, seppure con maggiori difficoltà, e abbiamo avviato un progetto importante come quello della produzione di sangue iperimmune. Per il futuro l’obiettivo è quello di migliorare ulteriormente i percorsi assistenziali del donatore e del ricevente, anche grazie alla migrazione al nuovo sistema informativo che continuerà a garantire la sicurezza ma anche la standardizzazione, l’integrazione della rete trasfusionale e la tracciabilità”.
Riguardo alle strategie per contrastare il Covid-19, l’Emilia Romagna continua a non tralasciare l’apporto del plasma iperimmune, una terapia che sulle prime ha suscitato tantissime speranze per poi restare valida soprattutto come terapia emergenziale, in seguito allo studio Internazionale Tsunami che ne ha mostrato limiti e pregi.
“Il sistema – annuncia la Regione – è stato in prima linea nella lotta al Covid-19 progettando la produzione di plasma iperimmune: attualmente sono disponibili le unità di plasma iperimmune da destinare ad uso clinico. La Regione, infatti, ha realizzato uno studio di fattibilità concluso il 31 dicembre 2020 sulla raccolta di plasma iperimmune da soggetti positivi agli anticorpi SARS-CoV-2 e uno studio specifico sul contagio da COVID-19 nella popolazione dei donatori di sangue. Grazie alla valutazione epidemiologica effettuata nel 2020, che ha coinvolto oltre 90 mila donatori, è stata avviata la raccolta di plasma iperimmune da donatori guariti.
Ma gli obiettivi regionali dell’Emila Romagna per i prossimi anni vanno ben oltre, spaziando dalla necessità di “concentrare la lavorazione degli emocomponenti delle unità raccolte in un unico centro di qualificazione biologica” , alla “produzione di emocomponenti che, grazie alle
potenzialità dei fattori di crescita contenuti nelle piastrine, consentono la riparazione e la
stimolazione tessutale”.
Ci sarà poi “la messa punto del sistema informatico regionale che consenta la tracciabilità dell’intero percorso trasfusionale” e il consolidamento degli “accordi di cooperazione internazionale per la cessione di plasmaderivati”, nonché la promozione del “reclutamento di potenziali donatori di midollo osseo in collaborazione con Admo (Associazione Donatori di Midollo Osseo)”
Infine, “in Emilia-Romagna si continuerà a investire sulla Banca regionale dei Tessuti Cardiovascolari, che ha ottenuto un accredito a livello internazionale nel 2013,riconfermato nel 2020, sulla rete per talassemie e le anemie emolitiche ereditarie, sull’assistenza ai pazienti che soffrono di emofilia e malattie emorragiche congenite”.
Tutti obiettivi ambiziosi, che richiederanno molto impegno e la solita collaborazione stretta tra istituzioni, associazioni di donatori e corpo medico, anche a livello regionale le tra gambe del sistema trasfusionale.