Donare nel dopo Covid-19
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2020-07-23T23:24:31+02:00 20 Luglio 2020|Regole|
di Laura Ghiandoni

Se il gesto di donare sangue e plasma è rimasto un atto di profonda attenzione per la vita altrui, negli ultimi mesi la diffusione dell’epidemia di Sars-CoV-2 ha modificato in parte ciò che concerne la donazione del sangue.

Sia i donatori che i centri trasfusionali negli ultimi mesi si sono adattati modificando le proprie abitudini in corsa in base all’evolvere dell’epidemia e il sistema sangue ha reagito attuando delle misure cautelative che hanno reso i centri più sicuri. La battaglia contro il Covid-19 ha visto in primo piano la partecipazione dei centri che in parte si sono avviati alla raccolta di plasma iperimmune per la terapia sperimentale.

Per offrire una panoramica su qual è il percorso che conduce alla donazione nel periodo dopo Covid-19 e togliere tanti dubbi su cosa avviene quando ci si rivolge ai centri e alle associazioni di donatori di sangue, ecco un riepilogo di tutte le regole attuate oggi nei centri per tutelare donatore e ricevente.

1. La prenotazione via telefono e l’appuntamento

Se prima del Covid-19 per donare sangue ci si rivolgeva direttamente al reparto donatori, oggi non è più così. I centri trasfusionali e le associazioni per evitare assembramenti nei luoghi interni ed adiacenti ai locali, si sono organizzati con la prenotazione della donazione di sangue. La chiamata deve essere effettuata prevalentemente in orario mattutino alle associazioni di donatori di sangue oppure ai centri stessi.

Durante la telefonata l’aspirante donatore viene sottoposto ad una serie di domande, un algoritmo di verifica delle condizioni di salute del donatore. Se il soggetto risulterà essere in salute, e non dichiarerà di essere stato in contatto con pazienti affetti da Covid-19, verrà concordato l’appuntamento in base alle necessità del reparto e in base alla disponibilità del donatore.

2. Gli alimenti da consumare prima della donazione: no al latte

La mattina della donazione di sangue è possibile fare una leggera colazione, che è consigliata dai trasfusionisti per evitare piccoli giramenti di testa che possono capitare a seguito della trasfusione. L’unico alimento proibito in mattinata è il latte perché influisce negativamente nella lettura dei risultati delle analisi del sangue che verranno effettuate prima della donazione.

Quindi gli alimenti consumati per la colazione, non dovranno contenere né latte, né derivati del latte, come formaggi e latticini di vario tipo e bisognerà ricordarsi di non macchiare il caffè. E’ consigliato un tè, un caffè, e delle fette biscottate con un leggero strato di marmellata. Leggero, perché gli zuccheri e i grassi nella mattinata e nella serata precedente alla donazione sono altamente sconsigliati per tutelare il ricevente.

Bere tanta acqua, la mattina e nel giorno precedente, permetterà all’organismo di rigenerarsi più in fretta e riprodurre i liquidi donati.

3. Le misure di sicurezza anti-Covid-19 nei centri trasfusionali

I centri trasfusionali e le unità di raccolta oggi applicano tutte le misure cautelative adottate durante il periodo di epidemia di Covid-19 indicate dalle circolari diffuse dal Centro nazionale sangue. Le misure intendono non solo evitare la diffusione del contagio, ma sono azioni prese a sostegno della raccolta sangue, necessaria per offrire le terapie salvavita ai pazienti con problemi del sangue.

Nel giorno dell’appuntamento, secondo le disposizioni del Cns, l’attesa è organizzata in base al distanziamento di almeno un metro tra i donatori e gli operatori sanitari. All’ingresso nel centro trasfusionale il personale medico mette in pratica il procedimento di triage, cioè viene misurata la temperatura per verificare le condizioni di salute del donatore.

L’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale sono obbligatori, quindi il donatore dovrà presentarsi con indosso la mascherina e dovrà disinfettarsi le mani con il prodotto igienizzante apposito. All’interno del centro sono mantenute le distanze e tutte le precauzioni legate all’epidemia di Covid-19. Il centro inoltre è obbligato, secondo le indicazioni del Cns, ad una disinfezione e sanificazione intensa degli spazi.

Durante la donazione sono garantite le misure di sicurezza ed il distanziamento impone ai centri un numero ridotto di presenze all’interno della sala della donazione.

4. I test sierologici gratuiti per i donatori di sangue su base volontariatest sierologici

Lo screening sierologico che permette di valutare la presenza di anticorpi anti-Covid-19 nel sangue del donatore. Il test, a cui ci si sottopone totalmente su base volontaria, permetterebbe di capire se si è già stati contagiati in maniera sintomatica o asintomatica da virus ma, come indicato dallo stesso Pierluigi Berti, presidente del Simti, nell’intervista a DonatoriH24.it, non permetterebbe di verificare se si è affetti dal virus al momento.

Lo studio condotto da Istat che permetterebbe di valutare la presenza epidemiologica del Covid-19 nella popolazione non ha coinvolto i donatori di sangue nella maggioranza delle regioni.

In alcune aree del territorio, a seguito della proposta effettuata dagli enti locali su base provinciale e regionale, i donatori di sangue hanno la possibilità, prima della donazione, di accettare o rifiutare di essere sottoposti a test. Solo alcune regioni, tra cui Toscana, Liguria e Sicilia, hanno proposto i donatori per questo tipo di progetto.

5. Il progetto di screening sierologico del Centro nazionale sangue

Anche secondo il progetto del Centro nazionale, approfondito nell’articolo uscito su Buonasangue.net l’11 giugno, i donatori sono liberi di scegliere se sottoporsi oppure no a test sierologico. Il test viene proposto al momento del prelievo dei campioni di sangue nei centri trasfusionali.

Nel caso il risultato del test dimostri la presenza di anticorpi contro il Covid-19 il soggetto viene coinvolto nella raccolta plasma iperimmune, prima arma di emergenza contro il Covid-19.

Secondo lo studio sperimentale Tsunami, la terapia di cura attraverso il plasma dei convalescenti rappresenterebbe l’unica cura disponibile oggi per l’emergenza nella lotta contro il virus. La trasfusione di plasma iperimmune oggi in Italia è somministrata in via sperimentale in oltre sessanta ospedali e il plasma, raccolto dal donatore guarito da Covid-19, viene congelato dagli istituti ospedalieri per essere così meglio conservato e stoccato per essere utilizzato in caso di recidiva dell’epidemia.

6. Tutte le regole della donazione

I donatori nella mattina della trasfusione dovranno prima compilare il questionario in cui certificano le proprie condizioni di salute, poi verranno sottoposti ai prelievi del sangue per le analisi del sangue, offerte dai centri in via completamente gratuita e poi effettueranno la visita medica.

Mentre è cambiata la parte della regolamentazione che riguarda la sicurezza dei donatori e degli operatori sanitari, le regole di base per la donazione di sangue e plasma nel momento dell’appuntamento restano le stesse.

Resta inalterato, inoltre, il bisogno di sangue presente negli ospedali ai quali si rivolgono ogni giorno 1800 pazienti per ricevere terapie di cura, terapie salva-vita che altrimenti non sarebbe possibile offrire.