Una partecipazione di 25 giovani volontari in rappresentanza di tutte le aree geografiche italiane. Quella del futuro sta diventando sempre più una generazione in erba di dirigenti associativi, è questo il messaggio che arriva al termine della quinta edizione della Scuola nazionale di formazione Avis, il progetto che l’associazione conduce in collaborazione con la Fondazione Campus.
Etica, comunicazione e gestione sono stati i tre macrotemi sui quali si sono incentrati i tre moduli in cui è stato suddiviso il progetto, con una serie di incontri e dibattiti volti non solo ad approfondire questioni legate all’operatività quotidiana, ma anche a stimolare i partecipanti su spunti di riflessione più ampi, come la cornice entro cui si svolge il loro impegno e come il loro apporto possa far crescere ulteriormente la realtà di Avis.
Coordinatore scientifico della scuola, che gode del contributo non condizionato dell’azienda farmaceutica Kedrion Biopharma, e del supporto del dipartimento di Scienze Giuridiche “Cesare Beccaria” dell’università statale di Milano, è stato il professor Corrado Del Bò che, al termine dell’edizione di quest’anno, ha sottolineato come questa sia stata “un’opportunità di crescita e di arricchimento non solo per i singoli partecipanti, ma soprattutto per l’intera associazione. Il vero senso della formazione continua è proprio la condivisione delle informazioni apprese e la capacità di metterle a disposizione dell’organizzazione – ha spiegato -. Inoltre la formula consolidata quest’anno, che ha affiancato lezioni a laboratori e workshop, risponde proprio all’esigenza di fornire competenze e alla volontà di operare insieme per il bene dell’associazione”.
Soddisfatto il presidente di Avis Nazionale, Gianpietro Briola: “L’età media dei partecipanti, che si è attestata intorno ai 30 anni, ci fa capire il livello di attenzione che i giovani ripongono nei confronti della vita associativa e delle grandi opportunità offerte dal terzo settore. Sono convinto che ognuno di loro sarà in grado di mettere in pratica gli insegnamenti ricevuti per migliorare la realtà associativa di cui fa parte e garantire benefici anche alla rete nazionale. La consapevolezza di questi giovani nei confronti di temi come politica e gestione degli enti no profit, comunicazione e azioni di lobbying, ci permette di essere pronti per le sfide di oggi e quelle che ci attenderanno in futuro”.
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