Avevo da poco compiuto 18 anni e mio nonno doveva farsi un’operazione. Da noi, in Campania, il sangue scarseggia davvero, le donazioni sono poche e quindi quando c’è qualcuno che si deve operare chiedono ai familiari di donare. Così io ci sono andato. In fondo per me era anche una questione morale. Poi da lì a diventare volontario Avis il passo è stato breve: mio zio già era nell’associazione. Da quel giorno sono passati sette anni, e di passi ne abbiamo fatti tanti.
Ho 25 anni oggi, e come probabilmente saprete i miei coetanei non donano molto. Questo è triste, anche perché se l’età dei donatori di sangue si alza tanto, poi chi sostituisce quelli che per vecchiaia non possono più farsi fare il prelievo?
Mi sono intestardito, e ho iniziato a parlare ai miei amici. Dobbiamo fare qualcosa, dicevo, non perdiamo tempo! Oggi siamo 12 ragazzi under 30, è una bella scommessa. Non solo perché sono riuscito a convincere dei miei coetanei a farsi fare quel benedetto buco, ma anche perché con la nostra età, pensiamo e facciamo iniziative di sensibilizzazioni che i nostri padri non sempre riuscirebbero ad immaginare. E poi usiamo strumenti di comunicazione diversi, adatti al pubblico dei ventenni.
Parliamo il loro linguaggio, e questo è una forza. Dove dono oggi? Io sono di Angri, in provincia di Salerno, ma l’ospedale più vicino è quello di Nocera, quindi vado lì. Anche se poi noi dell’Avis facciamo pure la raccolta di sangue in sede e da un po’ abbiamo anche un’autoemoteca. Ragazzi, muovetevi. Che state aspettando?
*Domenico Marrazzo studia ingegneria ad Angri ed è nel consiglio direttivo dell’Avis locale.
I donatori raccontano è un rubrica che intende raccontare le vostre storie, se volete mandatele assieme ad una foto all’indirizzo redazione@donatorih24.it