Mi chiamo Antonella e ho 18 anni. La mia prima donazione è stata all’inizio di giugno dello scorso anno, quando sono diventata maggiorenne. È stato bello condividere quella giornata speciale con il gruppo Avis della sezione locale di Tricarico. Ho sempre voluto donare fin da quando ero bambina, il mio sogno era quello di aiutare gli altri, di donar loro un sorriso, e l’esempio che ho sempre cercato di seguire è quello di tutte le persone che si donano, per far stare bene gli altri.
Più di tutto, volevo essere come i miei genitori, donatori attivi fin da quando erano ragazzi. La prima donazione, come tutte le prime volte, è stata indimenticabile, un giorno particolare, pieno di gioia, felicità, e un po’ di tensione. Non sapevo cosa aspettarmi di preciso, e all’inizio la preoccupazione era tanta. Certo, la presenza dei volontari del gruppo, che mi sono sempre stati vicini e disponibili, ha reso tutto più semplice.
Ma tutto è svanito quando ho visto riempirsi la sacca con il mio sangue, senza particolare sforzo da parte mia. In quel preciso momento mi sono resa conto dell’azione che stavo compiendo. Salvare la vita di qualcuno che ne ha bisogno, e sapere che sei proprio tu a dargli un’altra opportunità, mi riempie il cuore di emozioni che non saprei neanche descrivere.
Dopo questa prima esperienza, non mi sono fermata. Ho proseguito con le donazioni, sempre per offrire il mio aiuto al prossimo ho fatto la tipizzazione, grazie alla quale potrei essere una potenziale donatrice di midollo osseo. È bello sapere che un gesto così semplice, cioè una puntura piccola, è un gesto enorme per qualcuno che ne ha bisogno.
Ho soltanto 18 anni e un’intera vita davanti, ma se c’è una cosa che ho capito, è che non c’è spazio per le nostre paure quando si tratta di aiutare gli altri. Bisogna vivere pensando che un giorno potremmo essere noi ad aver bisogno di una mano, quindi perché sottrarci a un gesto così piccolo e semplice?
In realtà quell’azione racchiude tutta l’essenza della vita: quindi è necessario andare avanti ogni giorno come se fosse l’ultimo, ed è di vitale importanza ritagliare il tempo da dedicare agli altri. Farlo incondizionatamente con tutto noi stessi. Aiutare gli altri come vorremmo essere aiutati noi, se ne avessimo bisogno.