La medicina trasfusionale si riunisce
Il sangue invecchia e Avis si riorganizza

2018-05-26T10:46:22+02:00 25 Maggio 2018|

Il cuore giallo, simbolo dell’eccedenza, questa volta è assegnato ai gruppi sanguigni A positivo e AB negativo. È stabile (cuore verde) la presenza tra le scorte di sangue A negativo, B positivo e AB negativo. Fragile, invece, la sussistenza nelle celle frigorifere (simboleggiata con il cuore viola) dei gruppi sanguigni B negativo e 0 positivo. L’emergenza, infine, resta purtroppo per il gruppo sanguigno 0 negativo.

È questo l’ultimo bollettino del Meteo del sangue diffuso dal Centro regionale sangue della Toscana riferito a dati rilevati il 23 maggio alle ore 15 e 17.

 

 

Il 43° convegno nazionale Simti in chiusura a Genova

Pierluigi Berti, presidente della Società italiana di medicina trasfusionale e immunoematologia (Simti), in un’intervista ha anticipato i temi del 43° Convegno nazionale di studi di medicina trasfusionale iniziato il 23 maggio scorso a Genova – che si chiuderà questo venerdì 25 maggio – parlando di un sistema in grande difficoltà, spesso a causa di un contesto che non lo sostiene, ma anche di crisi delle donazioni, di giovani, formazione professionale, ricambio generazionale.

«Abbiamo risposto in maniera adeguata agli ultimi terremoti, all’emergenza Chikungunya, ai disastri ferroviari in Puglia. Il sistema della bacheca virtuale di emocomponenti disponibili ha funzionato, ma di fronte ad una crisi più grande – ci ha detto Berti – le cose potrebbero essere diverse».

Il saluto della Fiods al congresso Simti

Il presidente Gianfranco Massaro saluta il congresso Simti di Genova con un messaggio scritto per conto di Fiods (Federazione internazionale delle organizzazioni dei donatori di sangue).

«Il sistema sangue italiano – scrive Gianfranco Massaro – ha assistito negli ultimi decenni a progressi inimmaginabili; nel tempo si sono infatti ridotti, fino a pressoché annullarsi, i rischi per la donazione e la trasfusione del sangue, quelli legati alla produzione e all’utilizzo dei farmaci plasmaderivati, e quelli legati alla insufficienza di emocomponenti per l’utilizzo ospedaliero.

«La raggiunta autosufficienza nella raccolta di sangue – aggiunge Massaro – è un successo per ogni sistema sanitario che vi giunga; un successo che, è bene ricordarlo sempre, non va mai dato per scontato né acquisito per sempre.

«Allo stesso tempo, il nostro Paese non ha ancora raggiunto, come sappiamo, l’autosufficienza nella raccolta di plasma per la lavorazione industriale. Vanno segnalati, in questo senso, la troppo forte differenza regionale – sottolinea Massaro – nella raccolta».

Il sangue invecchia: un problema generazionale

Negli ultimi anni la fascia di donatori italiani tra i 18 e i 35 anni si è ridotta a tal punto che, secondo una stima del Centro nazionale sangue, entro il 2020 la raccolta potrebbe calare del 4,5 per cento. La spina dorsale dei donatori, notoriamentesta nella fascia di età che va dai 45 ai 60 anni: su questo dato pesa certamente anche l’invecchiamento progressivo del nostro Paese.

Elia Carlos Vazquez, coordinatore nazionale dei Giovani Fidas, ritiene che l’invecchiamento della popolazione italiana sia il vero problema della raccolta sangue.

«Purtroppo le donazioni sono in diminuzione: sia quelle degli adulti che quelle dei giovani. Certo, c’è un calo, ma non è che i giovani d’oggi – ci ha detto il dirigente Fidas in un’intervista – donino meno di quanto accadesse in passato. È una questione demografica. La popolazione italiana sta invecchiando e dunque anche i donatori, che sono sempre di meno. Siamo il secondo paese più vecchio al mondo, dietro soltanto al Giappone. Nel lungo termine questo fattore potrebbe incidere sull’autosufficienza ematica. Sappiamo che ci sarà meno sangue, dunque serve sensibilizzare ancora di più i giovani a donare, non perché non lo facciano abbastanza, ripeto, ma perché la popolazione sta invecchiando».

Tra le soluzioni vi sono una migliore comunicazione da parte di associazioni e federazioni, ma anche delle istituzioni, che possa attrarre maggiormente i giovani su social e web; il coinvolgimento di migranti, “nuovi italiani” con comunità etniche e religiose sorte recentemente nel nostro Paese. Importante anche continuare ad essere flessibili nella raccolta sangue, mantenendo aperti il più possibile i centri trasfusionali anche e soprattutto la domenica; in modo tale da andare incontro alle esigenze dei donatori-lavoratori. Necessario, infine, proseguire il già incessante lavoro realizzato nelle scuole da associazioni e federazioni per “educare” i giovani studenti al dono.

L’Assemblea generale Avis di Lecce

Due le cifre importanti che escono dall’82esima assemblea generale andata in scena al grand hotel Tiziano di Lecce: oltre un milione e 300mila soci e due milioni di donazioni ottenute nel corso del 2017.

Tre i temi principali trattati: plasma e raccolta sangue, riforma dello statutolegalità. Temi che implicano riflessioni importanti anche su altri aspetti della vita del donatore, quali lavoro e formazione.

I temi della legalità e dell’etica hanno ottenuto una vasta eco anche grazie alla testimonianza del procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, intervistato in sala a Lecce dal giornalista Rai Enzo Romeo. Un intervento, quello del magistrato, che ha richiamato Avis e il volontariato ad essere un anticorpo alla criminalità organizzata con i propri valori fondanti di solidarietà, gratuità e trasparenza.

Il segretario generale Avis, Claudia Firenze, si dice dunque soddisfatta di quanto emerso nell’assemblea di Lecce.

«Come da auspici è stata un’assemblea nazionale all’insegna del confronto e della partecipazione. Ci sono state posizioni diverse, qualche critica, ma alla fine il responso è stato largamente unitario, anche sulla proposta di modifica statutaria alla luce della riforma del terzo settore».