Inizio subito col dire che, a differenza di quello che viene erroneamente pubblicizzato, per donare non serve essere eroi. Anzi, la prima volta avevo paura e mi infastidivano i “vecchi” che facevano gli eroi. Iniziai a 18 anni e ritengo che sia giusto avere un po’ di paura degli aghi soprattutto se non si ha a che fare con ambienti medici.
Andando a donare con amici è diventata l’occasione per fare qualcosa di positivo con un sorriso sulle labbra. Grazie al medico Scudeller a Bergamo appresi della procedura di aferesi. Si organizzava un’auto con amici e amiche e si andava a Bergamo a donare senza essere eroi né “pesanti come la peperonata alle nove del mattino” (citando Fabio Volo): si può donare divertendosi e ridere del fatto che un’amica in modo malizioso che in aferesi dona in 35 minuti contro i miei 46 mi dice “Ah e per fortuna gli uomini sono il sesso forte”.
Ora dono in un centro più vicino aperto di recente. Ho regalato al centro una radio e se sarà possibile regalerò una TV dove il sogno è trasmettere alcuni spot sulla donazione: se si dona meglio donare con un bel sottofondo musicale e spot divertenti. Ah non spot in cui la donazione è mostrata come atto eroico, ma spot divertenti. Mi fermo altrimenti sì divento pesante come la peperonata alle non nove ma alle sei del mattino.
Aggiungo ho solo che non ho tatuaggi ma semplicemente perché ho paura degli aghi: non serve essere eroi dunque, serve vincere le piccole paure che giustamente ci possono essere. Gli eroi come Superman li lascio ai fumetti: very normale people e lascio la tutina di Superman a chi parla tanto e fa poco. Buona donazione a tutti
*Valerio, 43 anni, è libero professionista e vive in provincia di Bergamo, città dove ha iniziato la sua attività di donatore
I donatori raccontano è un rubrica che intende raccontare le vostre storie, se volete mandatecele, assieme ad una foto, all’indirizzo redazione@donatorih24.it