Lavorare sul territorio per il sangue
Avis, Fidas, Fratres e Croce Rossa

2021-10-26T14:38:05+02:00 26 Ottobre 2021|Donazioni|
lavorare di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Lavorare sul territorio, ogni giorno, con le proprie capacità, in funzione di un obiettivo preciso e raggiungibile, è quello che ciascun essere umano vorrebbe poter fare, e forse è grazie a questa aderenza a forme di realizzazione attraverso uno scopo positivo che le principali associazioni di donatori italiane, Avis, Fidas Fratres e Croce Rossa, riescono efficacemente nei propri intenti.

Proviamo dunque a tracciare la carta d’identità di ciascuna delle associazioni di volontariato che operano nel sistema sangue, così da invogliare il pubblico che ancora non l’ha mai fatto, a contattarle per partecipare al meraviglioso gesto del dono.

Avis, da 17 donatori a 1 milione e 300 mila soci

Quando Vittorio Formentano, medico a Milano, lancia l’annuncio sul Corriere della Sera, gli risposero 17 persone. Con Loro, nacque Avis (Associazione volontari italiani del sangue), che oggi è la più grande organizzazione di volontariato nel nostro Paese con oltre 1.300.000 soci, che anno dopo riesce a garantire circa l’80% del fabbisogno nazionale di sangue, ovvero circa 2.000.000 di unità.

Avis vanta circa 3400 sedi sul territorio nazionale e anche in Svizzera e la sua attività sul campo prevede la gestione di centri trasfusionali, rapporti con le istituzioni per lavorare insieme, campagne dono nazionali e sul piano locale, iniziative di sensibilizzazione, lavoro con i giovani e le scuole, donazioni speciali in ogni angolo d’Italia.

LEGGI L’INTERVISTA DI DH24 A GIANPIETRO BRIOLA, PRESIDENTE AVIS

Ma Avis è molto attiva anche sul piano della formazione, come dimostra l’ormai consolidata “Scuola nazionale di formazione” per dirigenti del terzo settore realizzata in partnership con Fondazione Campus.

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Il presidente di Avis Gianpietro Briola

Fidas e la grande attenzione per gli stili di vita corretti

Fidas nasce qualche anno più tardi, nel 1959, grazie all’idea di cinque rappresentanti di cinque associazioni di donatori di sangue più piccole. L’unione è sancita a Torino e da subito mostra di avere un gran futuro: oggi Fidas vanta 450.000 donatori e agisce in 17 regioni italiane su 20.

Grandi cavalli di battaglia dell’associazione, a livello tematico, sono l’attenzione per gli stili di vita corretti, condizione imprescindibile per un dono costante e di qualità, e il conseguente legame tra i valori dello sport e quelli del dono. Grazie a questo connubio, è possibile tenere sempre teso il fil rouge che unisce pazienti e donatori.

Anche Fidas svolge attività sul campo a trecentosessanta gradi, con campagne nazionali e locali, iniziative uniche come “La 24ore del donatore di sangue”, opera nel campo della formazione dei giovani con il Fidas Lab, organizza raccolte speciali e ogni anno assegna – fatto fondamentale per garantire un livello alto di informazione nel sistema trasfusionale – il Premio Isabella Sturvi, dedicato ai migliori articoli a tema sangue usciti sul territorio nazionale.

LEGGI L’INTERVISTA DI DH24 A GIOVANNI MUSSO, PRESIDENTE FIDAS

Fratres e il legame con il cattolicesimo

Di qualche anno più giovane, e d’ispirazione cristiana, la Fratres si muove sul campo con impegno in favore dei valori del dono dal 1971, sostenendo con forza i valori basici del dono italiano che come sappiamo bene è anonimo, volontario, gratuito, associato e organizzato.

Oggi l’associazione raccoglie tra le sue fila circa 650 gruppi di donatori, contribuendo al fabbisogno con circa 150.000 donazioni ogni anno.

Una campagna Fidas

Oltre alle attività che anche Fratres compie sul territorio, campagne, organizzazione di raccolte speciali, sensibilizzazione con le scuole e con i giovanissimi, Fratres sta lavorando molto sul legame tra donazione di sangue e musica, con una bellissima campagna dal titolo “Le note del dono”.

LEGGI L’INTERVISTA DI DH24 A VINCENZO MANZO, PRESIDENTE FRATRES

Croce Rossa Italiana, l’attività a tutto campo

Umanità, imparzialità, neutralità, indipendenza, volontariato, unità e universalità sono i sette valori capitali che guidano l’azione della Croce Rossa, il cui nome completo è Movimento Internazionale della Croce Rossa.

La prima data ufficiale per tale movimento è il 1928, quando fu istituzionalizzato all’Aja, e da allora l’associazione si muove in ogni paese del mondo per creare condizioni più favorevoli a bisognosi in ogni campo d’azione possibile per il volontariato: tutela della salute, inclusione sociale, supporto a fenomeni mondiali come migrazione e cambiamento climatico, risposta alle grandi emergenze o ai disastri, supporto per le vittime di terremoto e, naturalmente, raccolta sangue.

Di recente la Croce Rossa Italiana ha lanciato una campagna dal titolo “Dona che ti torna”, allo scopo di sottolineare il carattere di reciprocità e il clima di valore di scambio gratuito di benessere tra persone che è possibile instaurare grazie al dono.

GUARDA L’INTERVENTO SUL DONO DEL SANGUE DI FRANCESCO ROCCA, PRESIDENTE CRI

L’unione fa la forza

Lavorare insieme, in sinergia comune e dialogando con le altre “gambe” del sistema trasfusionale italiano, ovvero istituzioni e medici: con questa convinzione le forze associative in campo sono riuscite a regalare all’Italia l’autosufficienza totale nella raccolta di globuli rossi, e il 70% dell’autosufficienza in fatto di plasma da inviare alle industrie di frazionamento.

Ora l’ultimo sforzo, lavorare all’autosufficienza totale sia in sangue intero sia in plasma, per realizzare un obiettivo che nel nostro tempo è strategico per qualsiasi Paese del mondo.