Fidas, le parole del nuovo presidente
Giovanni Musso e le sfide associative

2020-06-09T16:02:13+02:00 8 Giugno 2020|Personaggi|
donare sangue di Laura Ghiandoni

Il 31 maggio si è svolto l’ultimo consiglio direttivo della Fidas, la Federazione italiana associazioni donatori di sangue. Il rinnovo delle cariche è arrivato dopo la perdita, nella notte tra il 27 e il 28 febbraio, dell’ex presidente Aldo Ozino Caligaris, stimato da tutto il sistema trasfusionale. Quest’anno, causa Coronavirus, come non era mai successo nel corso di tutta la storia associativa, il rinnovo degli incarichi è stato effettuato interamente per via telematica. Giovanni Musso, il nuovo presidente della Fidas, dopo essere stato nell’ultimo periodo vicepresidente Fidas nazionale e dal 2006 al 2009 segretario amministrativo nazionale, ci ha spiegato come l’associazione ha fatto fronte alle numerose sfide dell’ultimo periodo segnato dall’epidemia di Covid-19.

Aldo Ozino Caligaris era molto stimato in ambito associativo nazionale al punto da essere rieletto due volte. Cosa è avvenuto dopo?
Ozino era un tale punto di riferimento nazionale per quel che riguarda la donazione di sangue, che l’associazione negli ultimi mesi puntava a rieleggerlo per la terza volta. Però il nostro statuto prevede solo due mandati. Il consiglio direttivo della federazione dall’ottobre 2019 era quindi impegnato nella modifica dello statuto per permettergli di continuare a restare in carica con il terzo mandato. A febbraio abbiamo tutti subito la grande perdita ed il consiglio direttivo è decaduto.

Come siete riusciti a riorganizzarvi per le nuove elezioni durante l’epidemia Covid-19?
Per procedere il prima possibile con la formazione delle cariche sociali e procedere con le attività della federazione abbiamo dovuto considerare l’elezione attraverso via telematica, anche se non tutti erano d’accordo. Abbiamo utilizzato Eligo come piattaforma di voto, e GoToMeeting come piattaforma di assemblea. La Fidas così come molte altre associazioni ha superato l’emergenza Covid-19 attuando dei cambiamenti radicali nelle proprie abitudini, quindi ci siamo incontrati in assemblea sul web.

Qual è stato l’effetto e il risultato di questo tipo di votazione, totalmente via web?
Siamo rimasti sorpresi positivamente perché erano presenti all’assemblea il novanta per cento delle federate. Abbiamo registrato una maggiore partecipazione rispetto all’assemblea che normalmente organizziamo dal vivo, forse perché l’incontro online è meno impegnativo.

Pensate quindi di adottare ancora questo metodo per altre occasioni?
In futuro sì, ma utilizzeremmo questo metodo affiancato a quello tradizionale. La via telematica sicuramente ci aiuterebbe ad allargare la partecipazione a tutte le settantacinque federate del territorio nazionale.

Tra febbraio e giugno cosa è accaduto nell’associazione mentre l’epidemia di Sars-CoV-2 ha fermato l’Italia e la raccolta sangue e plasma ha avuto picchi e cadute mai visti?
E’ stato un po’ come nel film “La tempesta perfetta” in cui un peschereccio si trova in mare aperto mentre un uragano si scontra con due aree di bassa pressione creando la “tempesta perfetta”, un evento molto raro e catastrofico. Ci siamo trovati senza un direttivo e non è stato semplice.
Quello che abbiamo fatto è stato attenerci scrupolosamente alle indicazioni del Centro nazionale sangue e proseguire con l’attività associativa, comunicando internamente. Poiché era decaduto il consiglio direttivo, abbiamo deciso di rinnovare le cariche il prima possibile anche utilizzando la via telematica, mai seguita prima.
Per il Civis avremmo dovuto i mesi scorsi ricoprire il ruolo di portavoce, ma abbiamo rimandato e chiesto a Gianpietro Briola, presidente dell’Avis, di anticipare il turno. Briola con grande disponibilità ha accettato.

Aldo Ozino Caligaris nell’ultima intervista a DonatoriH24 chiedeva una campagna di sensibilizzazione istituzionale nella raccolta sangue e plasma. Lei come si pone rispetto a questo messaggio rivolto alla politica italiana?
Adesso, ancora di più dopo il Covid-19, penso sia necessaria un’opera di sensibilizzazione intensa alla donazione di sangue, quindi spero che la classe politica avrà una maggiore attenzione per questo tipo di volontariato. Soprattutto ora che il tema del plasma ha portato alla ribalta tutta la questione delle donazioni anche attraverso l’appello della Protezione Civile e con la cura al plasma iperimmune.

A proposito del tema del plasma iperimmune, DonatoriH24 ha sostenuto l’efficacia della cura fornendo informazioni verificate sin dal primo momento in cui, ad aprile, ci sono stati i primi pazienti guariti. Qual è il punto di vista di Fidas?
La trasmissione televisiva Le Iene nella puntata andata in onda poche settimane fa ha inviato un messaggio completamente sbagliato. Noi abbiamo preso posizione contro questo tipo di disinformazione insieme a Civis e al Centro nazionale sangue. Il sangue e il plasma in Italia non sono oggetto di commercio, ma il risultato di volontariato gratuito.

La celebrazione in Italia è stata rimandata, ma resta il 14 giugno la giornata mondiale del donatore di sangue. Avete in programma qualche tipo di evento per festeggiare tutti coloro che aderiscono al mondo del volontariato offrendo il proprio contributo?
Non anticipiamo nulla, ma parteciperemo con iniziative destinate ai canali social sul tema scelto per la giornata Mondiale del donatore il 14 giugno, la sicurezza.