Una vita dedicata al prossimo. Un lavoro che le ha portate a curare e sostenere migliaia di pazienti. Uno spirito di solidarietà, di amicizia e un amore sconfinato che hanno rappresentato la colonna portante del loro impegno in Avis.
Protagoniste di questa storia sono due signore, Lilia e Rosetta, che, fino allo scorso sabato, vivevano a Scandiano, un comune della provincia di Reggio Emilia. Se ne sono andate insieme, a 96 e 93 anni, a poche ore di distanza, dopo un percorso professionale e di volontariato condotto insieme. Per tanto tempo. Erano due infermiere che esercitavano nell’ospedale della città e, a tempo perso, svolgevano la loro professione gratuitamente anche nella sezione locale dell’Avis.
“Sono state un grandissimo esempio per tutti noi – racconta a DonatoriH24 il presidente Giuseppe Cavalli -. Anche quando sono andate in pensione non hanno mai smesso di venire qui in sede a dare una mano, in particolare la signora Lilia”. Già, perché Rosetta, ben presto, dovette fermarsi per l’avanzare della malattia che l’ha accompagnata fino al suo ultimo giorno di vita. Ma Lilia no. “Era rimasta vedova molto giovane – prosegue Cavalli -, non aveva figli, quindi l’Avis e tutti quanti noi, in un modo o nell’altro, siamo stati la sua famiglia, la sua ragione di vita e il suo modo per rendersi attiva e utile verso gli altri”.
Già qualche anno fa l’associazione dedicò una grande festa a Lilia per ringraziarla del suo spirito di sacrificio, un modello soprattutto per le nuove generazioni: “Come associazione riusciamo a garantire quantità di sangue sufficienti, su una popolazione di circa 25mila abitanti ogni anno registriamo tra i 60 e gli 80 donatori nuovi. Tuttavia, è necessario lavorare soprattutto sui giovani e l’esempio fornito da queste signore è stato straordinario”.
Una storia di umanità e di amore verso gli altri, la storia di un’amicizia che è nata insieme e, purtroppo, è finita insieme. Ma con il sorriso e la gioia di aver contribuito ad aiutare chi più ne aveva bisogno.