di Luigi Carletti
In Italia esistono oltre due milioni di donatori di sangue e di plasma. Sono volontari e sul perché lo facciano ci sono mille e una ragione ma probabilmente la più vera è che vogliono dare un aiuto agli altri. Questa è la ragione che li accomuna tutti. Una comunità di due milioni di persone, certamente molto diverse le une dalle altre, ma tenute insieme da un obiettivo: aiutare il prossimo. Forse, se ci fermassimo a riflettere su questo semplice dato, ci verrebbe da dire che la nostra società non è tutta da buttare, o da criticare, come invece spesso ci viene suggerito dall’attualità.
Due milioni di volontari e attorno a essi un mondo di addetti ai lavori che vanno dagli esperti del settore ematico in campo medico-sanitario a quello della ricerca scientifica fino al fronte dello sviluppo dei medicinali salvavita che sugli emoderivati basa la lotta a molte patologie incluse le malattie rare. Sangue e plasma rappresentano una risorsa straordinaria che non a caso – insieme all’acqua, all’energia e all’acciaio – viene considerata «fattore di sicurezza nazionale». Un paese autonomo nella risorsa ematica è un paese più sicuro e più forte, anche nel fronteggiare le possibili emergenze.
DonatoriH24 nasce per raccontare questo mondo così speciale e per dare voce alle centinaia di migliaia di persone che ogni giorno, in ogni parte del Paese, prestano le loro energie e il loro tempo a una causa che raramente le vedrà insignite di un qualche onore o proiettate su una qualche ribalta. Noi vorremmo che questa grande, generosa comunità sapesse che la donazione, con tutto ciò che le ruota attorno, rappresenta una delle storie più belle e qualificanti che l’Italia può raccontare per descriversi: signori, questo è il Paese dove due milioni di donatori danno il loro sangue in modo volontario e gratuito.
Perciò non credo che serva una sensibilità particolare per comprendere l’opportunità di un’iniziativa editoriale come DonatoriH24, ma mi piace sottolineare che per me – co-editore e direttore responsabile di questa testata – questo è davvero un onore e un privilegio, perché con i donatori ho un rapporto ormai antico, che ha accompagnato tutta la mia vita e quella della mia famiglia. Chi, come il sottoscritto, ha sempre sofferto di una malattia rara che si chiama “teleangectasia emorragica ereditaria”, conosciuta anche con il nome di malattia di Rendu-Osler-Weber (in onore degli scopritori), e per decenni ha visto soffrirne la madre fino al rischio di morire più volte, non può non pensare a come sarebbe andata a finire se non vi fosse sempre stata – sempre – la possibilità di accedere al sangue di sconosciuti donatori. Così è stato anche quando, poco più di un anno fa, sono stato operato al San Matteo di Pavia: prima di addormentarmi in sala operatoria, i medici mi hanno rassicurato: «Per qualsiasi evenienza abbiamo le scorte di sangue».
Già, le scorte. Le scorte ci sono perché ogni giorno migliaia di donatori danno il sangue e il plasma. E milioni di persone ne beneficiano, magari pensando che il sangue c’è perché «deve esserci». Ma non è così. Il sangue c’è perché ci sono loro: i donatori. La più bella comunità del mondo.