L’8 marzo delle donatrici. Le storie e le testimonianze più belle

2022-03-09T15:48:14+01:00 9 Marzo 2022|Attualità|
marzo di Sergio Campofiorito

8 marzo, Giornata internazionale della donna. La metà rosa del cielo è una parte fondamentale del sistema sangue, migliaia di volontarie italiane si prodigano ogni giorno per il bene comune, sia come donatrici, sia come ingranaggi portanti del meccanismo. DonatoriH24, nel corso della sua attività, ha raccolto dozzine di testimonianze di donne-donatrici che sono esempio e faro per tutti.

genere

Donatrice di sangue

Rosanna Gigliotti

Il senso di responsabilità di alcune volontarie è, letteralmente, scritto nel sangue.

È il caso di Rosanna Gigliotti, 49 anni, iscritta alla sezione Avis di Mesoraca. “Ho deciso di diventare donatrice per una precisa scelta civica — ha raccontato Gigliotti —, il mio gruppo sanguigno è 0 negativo, il gruppo più raro, ciò mi permette di essere una donatrice universale. Questa è stata la molla che mi ha spinto, mi sento responsabile”.

 

Annunziata Mafrica, 57 anni, per cause di forza maggiore ha dovuto smettere di essere donatrice, ma ha continuato a servire nel sistema sangue come volontaria: “Oggi sono presidente vicaria della sezione Avis di Pellaro, in provincia di Reggio Calabria”.

Annunziata Mafrica

Laura Barli

Per Laura Barli, il corpo è un santuario da prendersi cura ogni giorno, per il bene del prossimo: “Curo il mio corpo, mi tengo in forma, seguo una dieta equilibrata, non bevo e non fumo, voglio solo fare del bene agli altri e di un gesto tanto semplice non bisogna avere paura, soprattutto perché è un grosso aiuto per chi ha bisogno.

 

Antonella Manfreda

Antonella Manfreda, invece, si è definita una “reclutatrice”: “Sono una specie di reclutatrice, ogni volta che vado a donare mi porto dietro qualcuno. Ho una mia tecnica, il giorno prima tranquillizzo tutti, invece poco prima della donazione metto un po’ di pressione, quando la sacca è piena mi dicono ‘Tutto qui?’”.

 

Simonetta Fiorentini

Simonetta Fiorentini è una record woman: “Sono iscritta alla sezione Avis di Aulla, ho cominciato a donare nel 2000 e da allora sono passate 320 donazioni. Non ho una tradizione di famiglia, ho iniziato perché la donazione per un amico ha significato salvare una vita e così mi sono decisa. Ogni volta che esco dalla sala prelievi provo una gioia immensa, non occorre essere speciali per donare ma ogni persona ha un valore in sé, non bisogna mai stancarsi di cercare il buono nelle persone e il bello nelle cose”.

Poi ci sono le giovanissime, come Sofia, da Cernusco sul naviglio che ha trovato la voglia di donare grazie alle pagine di un libro che oggi sarebbe certamente utile rileggere, come “Pappagalli verdi” di Gino strada. Un esempio per tante coetanee che si spera possono intraprendere sempre più numerose il suo stesso cammino.

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Sofia Moretti

Sono soltanto alcune delle storie delle donatrici italiane, che DonatoriH24 raccoglie settimanalmente nella rubrica “I donatori raccontano”.

Il 7 marzo, su donatorih24, abbiamo sottolineato alcune differenze tra uomo e donna nella donazione del sangue: le regole sono fissate nel Decreto ministeriale del 2 novembre 2015, pubblicato in Gazzetta Ufficiale  e intitolato “Disposizioni relative ai requisiti di qualità e sicurezza del sangue e degli emocomponenti”. 

La prima differenza netta che esiste riguarda il numero di donazioni annue considerate in linea con una corretta idea di benessere e dono sicuro: gli uomini possono fare 4 donazioni annue di sangue intero, così come le donne in età non fertile. Per le donne in età fertile invece il numero di donazioni annue scende a 2. Questo a causa del ciclo mestruale e soprattutto della differenza, scientificamente provata, di livelli di emoglobina e ferro, più alti per l’uomo e più bassi per la donna.

L’informazione corretta è decisiva. Perché sono sempre di più le donne che, con spirito e senso civico, donano un po’ di sé stesse per il bene comune. Non soltanto l’8 marzo.