Carenze farmaci e immunoglobuline? Arriva il “Joint Action” europeo

2022-02-24T12:19:20+01:00 24 Febbraio 2022|Attualità|
rischio di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Il rischio di carenze di farmaci e immunoglobuline è un problema concreto che si è accentuato con la pandemia.

Su donatorih24 ne parliamo di frequente, e di recente il tema è stato ampiamente dibattuto in Senato a partire dagli studi effettuati durante il convegno Fidas svoltosi ad Aosta nel settembre 2021.

Al link in basso è possibile ripercorrere intervento dopo intervento le parole dei vari stakeholder del sistema sangue nella conferenza stampa organizzata in senato, con importanti posizioni su carenza farmaci e autosufficienza assunte da istituzioni del sangue, associazioni di donatori e di pazienti:

Intanto però, sotto la guida dell’Italia – che ha elaborato il documento base – arriva un piano triennale “per coordinare e armonizzare i sistemi nazionali esistenti contro la carenza di medicinali”.

Si tratta del progetto “Joint Action”, una sinergia europeo che stanzia un budget di circa 10 milioni di euro nell’ambito del “Programma europeo di Salute Pubblica” e punta “alla cooperazione tra istituzioni: l’Agenzia Italiana del Farmaco, in collaborazione con il Centro Nazionale sangue e Trapianti dell’Istituto Superiore di Sanità, ha guidato l’elaborazione della proposta di azione congiunta europea”.

rischio

La sede Aifa a Roma, in via del Tritone

L’obiettivo del “Join Action” è  costituire “un ampio e collaborativo network di esperti (…) mirato a valorizzare i migliori strumenti esistenti e a costruirne di nuovi, per garantire la tempestività delle cure ai pazienti europei anche durante tempi di emergenza”.

Molto ricca l’adesione: “Il consorzio dei partner dell’iniziativa pan-europea contro le carenze dei farmaci guidato dall’Italia comprende ventisette autorità farmaceutiche e sanitarie europee, in rappresentanza di ventuno Stati Membri dell’Unione Europea e della Norvegia e copre così quasi integralmente lo Spazio Economico Europeo. Inoltre ha il supporto esterno di organizzazioni e reti europee che permetteranno di coinvolgere a livello operativo anche i pochi Stati Membri che non hanno potuto aderire direttamente al progetto (Bulgaria, Grecia, Lettonia, Malta, Polonia, Repubblica Slovacca)”.

Un impegno comunitario a garanzia del reperimento de farmaci in una rete ampia, è certamente una bella notizia soprattutto per i pazienti.

Ed è una conferma che il diritto di tutti alla salute è un principio prioritario in seno alle istituzioni europee.