Dono del sangue e donatori vaccinati. L’intervento del presidente di Avis Briola

2022-02-10T14:34:56+01:00 10 Febbraio 2022|Attualità|
vaccinati di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Il sangue dei donatori vaccinati è assolutamente sicuro. Oggi più che mai è importantissimo insistere con l’informazione responsabile e diffondere il giusto messaggio su un tema come la donazione di sangue, che è decisivo per la salute di un enorme numero di persone.

Una necessità che di cui è consapevole anche Avis nazionale, tanto che Gianpietro Briola, nelle ultime ore è intervenuto direttamente con un video che ribadisce l’assulta sicurezza del sangue italiano.

Un fronte compatto nello spiegare questa certezza contro le feke news, si è reso necessario in seguito alla  vicenda, molto ripresa dai media nazionali, che riguarda due genitori modenesi che, per lo svolgimento dell’intervento al cuore programmato per loro figlio al Policlinico Sant’Orsola-Malpighi di Bologna, hanno richiesto espressamente sangue di “non vaccinati” rifiutando altrimenti l’autorizzazione, anche se le loro ultime dichiarazioni fanno appello a motivazioni religiose e non a un preciso pregidizio contro il vaccino.

Per risolvere la questione, si è reso necessario il ricorso alla magistratura, e ieri il giudice del Tribunale di Bologna ha accolto il ricorso presentato dal Sant’Orosla Malpighi ribadendo con forza che “non ci sono problemi di sicurezza”.

Ecco dunque le parole di Briola a commento di questa vicenda:

“Le notizie che arrivano da Modena nella giornata di ieri rappresentano il triste epilogo della disinformazione e del pregiudizio. Non esistono evidenze scientifiche secondo cui il sangue dei donatori vaccinati contro il Covid non sia sicuro e affidabile. Abbiamo visto anzi che i donatori vaccianti hanno garantito in questi mesi la possibilità di offrire terapie e curare i nostri pazienti. Il vaccino è stato uno strumento importante per la salvaguardia della nostra popolazione. Tutti ci siamo mossi nel rispetto del prossimo con l’obiettivo di sconfiggere questa pandemia. Quello che bisogna fare è convincere i donatori a continuare a donare con grande senso di generosità e a convicere la popolazione che la scienza sta facendo tutto il possibile per la terapia dei nostri malati, a alla scienza dobbiamo continuare ad affidarci”. 

Nessuno spazio, dunque alla cattiva informazione, che spesso causa effetti enormente negativi commentando l’attualità partendo da presupposti sbagliati. In molti, nelle settimane passate, hanno infatti usato l’argomentazione dell’assenza di bisogno del green pass per compiere il gesto della donazione come un’argomentazione dell’inutilità dei vaccini.

Anche in questo caso, è il presidente Briola a spiegare la normalità di questa regola, ponendo l’accento sulla gravità di tali affermazioni: “La normativa –  ha ribadito Briola – non prevede l’obbligo di green pass per le prestazioni sanitarie non derogabili proprio come la donazione di sangue. Pertanto bisogna smentire con fermezza chi sostiene che tale decisione derivi dalla necessità di reperire sangue di donatori non vaccinati. A tale proposito, AVIS presto depositerà delle denunce alle autorità giudiziarie per i fatti finora illustrati che minano non solo la nostra reputazione, ma quella di tutto il sistema sanitario e della comunità scientifica italiana e internazionale”. 

Se su temi di costume o di spettacolo i fenomeni delle fake news e della cattiva informazione innescano effetti negativi limitati, il caso dei genitori modenesi in attesa dell’intervento al cuore per il loro bambino mostra bene come in settori della vita civile “seri” come la sanità, l’istruzione, il lavoro e tabnati altri, gli effetti collaterali della diffusione complusiva di testi palesemente false finisca per generare problemi ben più gravi.

Per questa ragione, per chi avesse dubbi sul dono del sangue e su questioni a esso collegato come sicurezza ed efficienza di sistema, è sempre meglio informarsi da fonti ufficiali e autorevoli.

Il dono del sangue è decisivo per tante categorie di pazienti, come ci hanno spiegato nei giorni scorsi le associazioni United Onlus, Thalassa Onlus e Amami.

Il fil rouge tra donatori e pazienti, non deve essere spezzato da informazioni errate.