Il report “Noi doniamo 2021”: anno difficile ma il Paese resiste

2021-10-05T15:00:13+02:00 5 Ottobre 2021|Donazioni|
di Giancarlo Liviano D'Arcangelo

Dall’Istituto Italiano della donazione arriva un report molto dettagliato, in grado di fare un bilancio del rapporto esistente tra gli italiani e un gesto – declinabile in mille modi – che è l’unico ancora in grado di frantumare lo spirito del tempo, regolato da forme di contratto sociale completamente dominate da logiche strumentali e commerciali.

Il dono, in questa prospettiva, diviene dunque un ribaltamento di prospettiva, un’azione reale in grado di rompere l’inerzia del discorso pubblico virtuale che avviene attraverso i social e offrire un esempio concreto e possibile di società che non si conforma.

Nel “Giorno del dono 2021” che cade oggi, con iniziative in tutta Italia con hashtag #DonareMiona, ecco tutti i numeri del dono in Italia.

Il quadro generale

Il rapporto completo “Noi doniamo 2021” si può leggere integralmente a questo link sul sito dell’Istituto, ed è foriero di molti spunti:

LEGGI IL RAPPORTO COMPLETO “NOI DONIAMO”

Ovviamente a noi di Donatorih24, interessa soprattutto la parte dedicata al dono del sangue, ma è utile ricercare un quadro di riferimento.

Per cominciare, neanche a dirlo, l’impatto della pandemia da Covid-19: “il 2020 – recita il rapporto – è stato un banco di prova inedito per misurare la propensione al dono degli italiani. L’emergenza sanitaria ha modificato radicalmente – e in poco tempo – il contesto economico e sociale del nostro Paese e delle sue comunità, tracciando una linea di rottura che però non è ancora definita (…) Per tale ragione la fotografia annuale della generosità italiana riproduce un’immagine profondamente segnata dalla situazione”.

A livello macro, si segnala per esempio il leggero calo delle attività di volontariato: “la donazione di tempo e capacità, cioè di volontariato, è stata messa alla prova dalla pandemia. I lockdown più o meno restrittivi hanno impattato fortemente sulla possibilità stessa di fare volontariato degli italiani: secondo l’indagine AVQ Istat la quota di coloro che hanno svolto attività gratuite in associazioni è calata dal 9,8% al 9,2”.

Un calo che ha riguardato anche l’ammontare delle donazioni economiche, colpite dalla bolla emergenziale, specie per quanto riguarda le donazioni informali. Se sul piano dei contributi offerti attraverso associazioni i numeri non sono cambiati “il numero di donatori dal 2017 (14,5%) al 2020 resta sostanzialmente compreso tra i 13,4 e i 14,5, dato che conferma una certa stagnazione della popolazione di donatori che non sembra crescere negli ultimi anni se non di qualche decimale”, a causa delle minori occasioni reali ( si parla di donazioni alla Messa, elemosina per strada, raccolte informali a carattere religioso e non, donazioni per la scuola etc.) “si registra un calo rilevante passando dal 41% del 2019 al 33% del 2020”.

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Il manifesto della campagna per il DonoDay 2021

Le donazioni di sangue

A cura di Fidas, il report di “Noi doniamo 2021” dedicato al sangue offre un quadro molto preciso anche di quello che è avvenuto con le donazioni di sangue. Il calo c’è stato, e non è assolutamente irrilevante: “In Italia – specifica il rapporto – i donatori di sangue o emocomponenti siano stati 1.626.506, in    calo    del    3,4%    rispetto    all’anno    precedente. Il dato  è  ancor  più  interessante  se  lo  si  va  ad  analizzare  nel  dettaglio:  di  questi  1.626.506  donatori,  solamente 355.174 sono i “nuovi donatori”, coloro che hanno donato per la prima volta durante l’anno. Anche quest’ultimo campione ha registrato nel 2020 un calo del 2% rispetto l’anno precedente”.

Questi dati del report, se tradotti in analisi, ci dicono sostanzialmente quello donatorih24 dice da sempre. Il dono del sangue (e del plasma) è una questione culturale che dovrebbe assurgere a tema mediatico mainstream, e far parte quotidianamente dell’agenda setting mediale, come necessità strategica per la nazione, sottoforma di racconto delle esperienze, degli appelli, della restituzione delle dinamiche anche globali che interessano il settore trasfusionale.

Basti pensare al numero degli italiani che ogni giorno, secondo, il Centro nazionale sangue, hanno bisogno di trasfusioni. Sono 1653 ogni giorno, un numero che, moltiplicato per 365 fa più di 600 mila persone ogni anno che hanno bisogno di una o più sacche di sangue.

Un numero gigantesco a vanno aggiunti – come sappiamo bene, i milioni di pazienti che hanno necessità di farmaci salvavita che si ottengono dal plasma.

Cosa si può fare

Se la pandemia ha sicuramente contribuito a favorire questo calo (tutto sommato anche contenuto viste le condizioni) è molto importante che il sistema trasfusionale fondato sulle tre gambe – istituzioni, associazioni, professionisti sanitari – non sottovaluti i cambiamenti strutturali che sono necessari.

Cambiamenti che si possono riassumere in una manciata di punti fondamentali: accrescimento del personale trasfusionista specializzato con la conseguenza di facilitare l’accesso al dono per i donatori; investimento comunicativo su tutti gli approcci possibili, dal cambio generazionale al rafforzamento della donazione plasma da aferesi, fino alla sensibilizzazione sull’importanza comunitaria del dono, e aiuto concreto alle aziende per la plasmaderivazione per facilitare alcuni processi burocratici.

Ma come sempre, dopo il tempo dei report e delle analisi è necessario che arrivi quello delle azioni e dei fatti.