L’importanza del dono, il tessuto sociale del Paese che cambia, e il ruolo del volontariato che diventa sempre più importante. Sono tanti gli argomenti chiave che abbiamo toccato con Domenico Giani, il nuovo presidente della Confederazione italiana delle Misericordie, nell’ottica di un mandato che per i prossimi anni lo vedrà in azione per un progetto contraddistinto da un pensiero a largo raggio. La pandemia ha complicato la raccolta sangue, ma non solo: ha contribuito, e contribuirà ancora di più nei prossimi mesi, alle difficoltà di larghe fasce della popolazione ai margini di un’economia di mercato sempre più radicale, e una realtà secolare come Misericordie avrà il dovere di interpretare la nuova realtà.
Come, ce lo spiega proprio Giani.
Presidente Giani, le Misericordie agiscono ormai come volontari da svariati secoli, cosa si prova a diventare presidente di una realtà così unica e speciale?
Essere diventato Presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie per me è stata una grande soddisfazione. Il senso della mia candidatura è stato soprattutto un ‘mettersi a servizio’ e quando mi è stato chiesto ho risposto ‘sì’, consapevole che ‘da soli non si va da nessuna parte’. Questo nuovo incarico ha per me un significato particolare soprattutto perché ho iniziato il mio servizio nella Misericordia che ero poco più che un bambino; adesso che il tempo è passato mi rendo conto che la Misericordia per me è stata una grande esperienza educativa ed ecclesiale e spero con tutto il cuore di poter contribuire a trasmettere e tramandare questo prezioso patrimonio formativo.
Il dono, inteso come concetto filosofico, come dono di sé, mi pare insito nel vostro modus operandi. Perché secondo lei è così bello e importante donare parte di sé agli altri, che si tratti di un supporto morale o del proprio sangue?
Per me dono è sinonimo di “Prendersi cura” che non significa soltanto offrire un servizio, sostegno o assistenza, aiuto al prossimo tramite la donazione di sangue. Ma vuole dire anche dare gli strumenti perché ogni persona possa compiere un proprio percorso di crescita e di miglioramento delle proprie condizioni di vita e di salute. Donare significa crescere, ci fa diventare persone migliori.
Qual è l’attività delle Misericordie in fatto di supporto e sensibilizzazione al dono del sangue?
Da ormai 50 anni la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia attraverso la rete Fratres promuove la cultura del dono con iniziative di raccolta sangue ed emoderivati. Fratres lavora con grande impegno e può sempre contare sul nostro sostegno tanto che spesso all’interno del ‘Magistrato’ (così si chiamano i nostri consigli direttivi) delle nostre Misericordie partecipa anche un rappresentante di Fratres.
Quali sono i suoi obiettivi durante questo mandato?
Il mio impegno sarà quello di gettare le basi per un rinnovato percorso per le nostre Misericordie, più rispondente alla realtà di oggi, ed alle numerose nuove sfide che ci si presentano. Prima fra tutte l’allarmante crescita del bisogno di aiuto di una sempre più folta popolazione di emarginati, di anziani, ma anche di persone che a causa della pandemia si sono trovati in difficoltà economiche e sociali. Il mio impegno sarà quello di contribuire a ricostruire il paese, dopo la pandemia che ha segnato le nostre società e la nostra comunità, insieme alle Misericordie d’Italia. Le Misericordie saranno fondamentali alla rinascita della società, in particolare della ‘Persona’.
Quanto è importante l’attività di volontariato in un Paese come l’Italia? Che quadro sociale emerge dalla vostra esperienza sul campo?
Il ruolo del volontariato è fondamentale nel nostro paese. Lavoreremo in particolare per il completo e costante riconoscimento del ruolo svolto a sostegno della gente e sussidiario alle istituzioni. La riforma terzo settore va decisa e precisa in questa direzione. Il Governo Draghi deve urgentemente completarla con la notifica alla UE e dando conferma operativa a quanto già indicato in merito agli articoli 55, 56, 57. La sfida che abbiamo di fronte, evidenziata dalla pandemia, è la sanità territoriale, il Piano nazionale di ripresa e resilienza prevede iniziative e risorse a tale riguardo. Misericordie insieme al terzo settore accettano la sfida. La situazione sociale, soprattutto dopo la pandemia, si mostrerà in tutta la sua complessità, per affrontarla le Misericordie sono pronte con il progetto Hope finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, che prevede la nascita in ogni sede delle nostre associazioni de la “Casa del noi” un luogo dove ogni cittadino in difficoltà può recarsi e trovare aiuto.
Chiudiamo in bellezza, con un suo appello ai lettori di Donatorih24. Perché dovrebbero concentrarsi di più sugli altri e donare sé stessi?
I motivi sono tantissimi, ma muovono tutti dalla convinzione che la salute individuale dipende strettamente da quella collettiva, questa è una lezione che è divenuta ancora più chiara durante la pandemia. Siamo tutti interdipendenti, equità e tutela servono non solo a proteggere chi è più vulnerabile, ma preserva l’intera comunità. “Nessuno si salva da solo” ce lo ha detto chiaramente anche Papa Francesco.