Donare sangue durante la pandemia
Uno studio racconta i cali in Europa

2021-06-10T14:52:08+02:00 10 Giugno 2021|Attualità|
di Valerio Valeri

Si avvicina la Giornata Mondiale dei Donatori del 14 giugno, evento che quest’anno si terrà a Roma durerà fino al 15. E’ tempo dunque di donare e tirare le somme per quanto riguarda la donazione di sangue in Italia e nel mondo durante l’anno più buio per tutti, ovvero il 2020, caratterizzato dall’esplosione della pandemia da Covid-19.

Lo studio interuniversitario su 7 Paesi europei

A porre l’attenzione su quanto successo lo scorso anno è uno studio condotto dalle università di Amburgo, Rotterdam, Lisbona e dal centro di ricerca su Salute e Social Care Management della Bocconi di Milano, pubblicato sul The International Journal of Transfusion Medicine. Quello che è emerso, sul campione di donatori coinvolti, è che l’emergenza sanitaria ha provocato una riduzione delle donazioni e uno sforzo maggiore da parte di chi, nonostante la paura per il virus, è andato nei centri trasfusionali degli ospedali europei.

Fig. 1 Ecco come i donatori di 7 Paesi europei hanno risposto alla domanda sull’essere più o meno preoccupati di andare a donare il sangue: in Italia il 57% era “abbastanza o molto” preoccupato

Le interruzioni dell’offerta e della domanda di sangue sono state senza precedenti a causa del Covid, in particolare per quanto riguarda il sangue intero, con una sensibile flessione non solo in Italia e in Europa, ma anche altrove nel mondo. C’è da dire, però, che la riduzione delle scorte di sangue è stata controbilanciata da una minore richiesta, per il rinvio di molti interventi chirurgici.

La ricerca condotta dalle università è durata dal 9 al 20 giugno 2020 e ha coinvolto sette Paesi europei: Danimarca, Francia, Germania, Italia, Portogallo, Paesi Bassi e Regno Unito, con 7.122 persone che hanno risposto a domande relative alla frequenza di donazione nei mesi critici della pandemia e sul perché si siano presentati nei centri trasfusionali. Dei 1.205 donatori abituali individuati, il 16.9% del totale, il 33.8% è andato a donare nei primi 4-5 mesi dalla manifestazione del virus. Circa la metà di loro ha donato meno del solito.

Ma cosa ha prodotto questa preoccupazione? L’infografica in figura 2 mostra quanto hanno donato i donatori di ciascun paese nei mesi di pandemia: il Portogallo, con il 61% dei pazienti che è andato a donare meno del solito, è il paese che ha subito il maggior contraccolpo, non compensato (come ad esempio è accaduto in Italia o Regno Unito) da tanti donatori che hanno donato più del solito.

Fig. 2 Il comportamento rispetto alla propria media di dono dei donatori europei

La donazione di sangue in Italia

sangue

I donatori di sangue totali di sangue ed emocomponenti in Italia

In Italia, nonostante la pandemia e i timori, il calo di donatori totali dal 2019 al 2020 è stato dunque meno pesante del previsto, come abbiamo illustrato nei giorni scorsi: si è passati, infatti, da 1.683.470 donatori a 1.626.506 totali. Indubbiamente, andando ad analizzare questi dati per fasce d’età e facendo emergere i nuovi donatori rispetto agli abituali, si evince quanto debba ancora essere fatto.

Il risultato, per quanto riguarda l’Italia, è che la fascia d’età meno coinvolta è quella dai 18 ai 25 anni (l’11.9%, in calo rispetto al 2019), con solamente il 17% di nuovi donatori.

Va comunque considerato un enorme successo l’aver mantenuto una percentuale così alta di donatori di sangue abituale: in questo dato si può ammirare il vero lavoro delle associazioni, che con una base del genere possono lavorare su chiamata diretta e basare la raccolta sangue sulla solida certezza di una base ampia e perfettamente organizzata.

Se poi si va a considerare il dato sul sesso dei donatori, si comprende che le donne sono una percentuale ancora bassa sul totale dei donatori, ovvero il 33%, inferiore alla media di altri Paesi europei. Ma a far stare molto più tranquilli è l’ultimo dato che proponiamo, ovvero quelli sulla trasfusione: nel 2020, nonostante la pandemia, sono stati trasfusi più di seicentomila pazienti e quasi tre milioni di emocomponenti, per una media di una trasfusione ogni 10 secondi. Una media incredibile che mostra l’efficienza generale del sistema e testimonia l’autosufficienza al 100% per ciò che riguarda i globuli rossi.