I giovani e la donazione di sangue, un connubio non semplice quanto importantissimo per la salute a lungo termine di un sistema trasfusionale che funziona ed è in salute, in grado di poter contare, anno dopo anno, sul necessario ricambio generazionale tra chi deve smettere di donare per raggiunti limiti di età e chi compie 18 anni diventando a tutti gli effetti abile alla donazione.
Le associazioni lo sanno, e infatti investono moltissime risorse in campagne per i giovani, in sensibilizzazione e in iniziative speciali, come per esempio lo studio conoscitivo condotto da AVIS Nazionale e “Laboratorio Adolescenza” su un campione di oltre duemila studenti iscritti al terzo anno della scuola secondaria di primo grado.
Tale studio, giunto alla sua terza edizione, ha lo scopo di entrare nel merito della conoscenza giovanile sul dono, su cosa significa donare sangue, su come si dona e chi può farlo, in modo da poter costruire una base informativa su cui orientare, anno dopo anno, le strategie comunicative e i focus d’informazione, per raggiungere i destinatari in modo sempre più chirurgico.
Ma cosa è emerso di interessante? Soprattutto due cose, una positiva, una un po’ meno. L’aspetto positivo è che quasi tutti i giovani intervistati, circa il 95%, sa cos’è la donazione di sangue, e ne ha sentito parlare grazie a due principali fonti: la famiglia e internet. Specialmente il secondo canale è in crescita, e dimostra come per raggiungere i donatori più giovani social e web siano sempre di più un mezzo da potenziare, infittendo l’informazione su alcuni aspetti che ai ragazzi sembrano poco chiari, ovvero la gratuità del dono (visto che il 35% pensa che il dono sia un’attività retribuita), gli effetti sulla salute (sempre il 35% ritiene, erroneamente, che donare sia doloroso, mentre addirittura il 27% pensa che donare possa creare rischi alla salute), e la soglia di ingresso ( ben il 32% non sa che si può iniziare a donare con la maggiore età). Altra indicazione che preoccupa, riguarda i giovani delle grandi aree metropolitane, che più degli altri, forse perché inseriti in un macrocosmo più accelerato e in preda a un vero e proprio bombardamento di stimoli e informazioni, si mostrano meno interessati al dono del sangue e ai valori che convoglia.
Un commento ai risultati è arrivato dal presidente di Avis Nazionale Gianpietro Briola, che si è detto ottimista e fiducioso: «I dati dimostrano che, complessivamente, il grado di conoscenza è in crescita, sebbene ci siano ancora dei divari da colmare. Tuttavia, questa indagine conferma quanto prezioso sia l’impegno che la nostra associazione da tempo porta avanti negli istituti di ogni ordine e grado, anche in virtù di un protocollo d’intesa siglato con il Miur e rinnovato nel corso degli anni. Coinvolgere i giovani di ogni fascia d’età e spiegare loro l’importanza del gesto della donazione è il primo passo da compiere per costruire una società più solidale e attenta ai bisogni della collettività. L’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 quest’anno ha rivoluzionato un po’ tutto, compreso il mondo del volontariato, ma noi siamo pronti a tornare nelle scuole con un progetto, dal titolo “Best Choice”, che prevede incontri informativi e laboratori creativi finalizzati all’ideazione di vere e proprie campagne di comunicazione. Finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, si rivolge a oltre 10 mila studenti che non saranno semplici destinatari dei nostri messaggi, ma diverranno essi stessi portavoce di quei valori di benessere e solidarietà che AVIS, da oltre novant’anni, diffonde nel mondo».
Il progetto Best Choice, di cui si può leggere diffusamente sul sito di Avis Nazionale, prevede l’ingresso nelle scuole di 12 regioni di moltissimi volontari, che discuteranno di temi legati alla donazione di sangue e non solo con circa 10 mila ragazzi. Un grande impegno associativo che si unisce ad altre iniziative utili nell’ottica del rapporto di collaborazione tra associazioni di donatori e Miur, come per esempio il volume “Dello stesso sangue. Storie di dono, d’amore e di vite che cambiano”, pubblicato da Edizioni Raffaello e patrocinato da Avis desinato a essere presentato nelle scuole al fine di far conoscere ai ragazzi, attraverso lo strumento della narrativa, cosa significa donare nel profondo del cuore.