Avis: la pronta risposta alla crisi coronavirus
Ecco cosa accade in Lombardia, Sardegna e Toscana

2020-03-06T10:02:45+01:00 6 Marzo 2020|Donazioni|
di Laura Ghiandoni

In questi giorni, in cui molti donatori hanno diminuito la partecipazione a causa delle paure legate al Coronavirus, in alcune aree del nostro Paese si è intensificata una campagna di sensibilizzazione verso le donazioni di sangue, plasma e piastrine all’interno delle associazioni. Alcune regioni tra le quali la Lombardia, la Toscana e la Sardegna, nei giorni scorsi hanno rivolto un appello accorato ai donatori, che stanno rispondendo con la grande generosità che li contraddistingue.

Parla Oscar Bianchi, presidente dell’Avis Lombardia: “La nostra regione, rispetto allo stesso periodo del 2019, sta cercando di mantenere invariata la raccolta di sangue della nostra associazione sul territorio. Prima del coronavirus accoglievamo un 60 per cento delle donazioni attraverso i centri trasfusionali delle strutture ospedaliere, e un 40 per cento attraverso le unità di raccolta delle associazioni, ma nelle ultime settimane c’è stato un calo di chi si rivolge ai nosocomi a causa della paura di contagio all’interno delle sale d’attesa nei centri trasfusionali. Stiamo riuscendo a compensare coloro che hanno disdetto gli appuntamenti, accogliendo un maggior numero di donatori alle sedi delle unità di raccolta associative”. Rispetto al territorio spiega: “Lecco e Cremona sono le due province ancora in calo, Milano ha avuto alcune defezioni legate anche agli appuntamenti delle autoemoteche all’interno delle aziende. Ma nel complesso, grazie all’appello rivolto ai donatori, come territorio regionale, stiamo riuscendo anche ora a rifornire con il numero di sacche necessario le regioni con carenze croniche: il Lazio e la Sardegna“.

L’Avis sarda conferma. Antonio Carta, presidente regionale, spiega cosa avviene nell’isola: “Se alla fine di febbraio c’è stata una piccola carenza negli invii da extraregione, per ora la situazione è sotto controllo. La nostra regione, che è in costante carenza, non sta subendo un aggravamento della crisi”. Rispetto alla raccolta sangue nel territorio racconta: “È stato calcolato che annualmente utilizziamo per le terapie circa 108mila sacche, 82mila di queste provengono da una raccolta diretta e indiretta: in particolare il 78% lo fornisce la generosità e l’impegno dei soci Avis. Le restanti 26mila vengono portate da regioni del nord“. Carta rassicura: “Oggi, anche con la crisi legata a questo nuovo ceppo di Covid-19, il Piemonte, la Valle d’Aosta, la Lombardia e il Veneto stanno riuscendo a garantire il numero di sacche indispensabili per la cura dei pazienti nella nostra regione”.

Anche la regione Toscana sta superando il momento di crisi legato al coronavirus, grazie ad un rinnovato impegno dei donatori. Adelmo Agnolucci, presidente Avis regionale introduce gli ultimi accadimenti: “Appena prima che emergesse la diffusione del coronavirus in tutta Italia, nella nostra regione era già in corso una situazione di carenza per i gruppi sanguigni A e 0 positivi e negativi”. La pronta reazione dell’Avis è stata quella di rivolgere “appelli, inviti diretti e telefonate” ai donatori. A proposito dello sforzo nel divulgare una giusta informazione dichiara: “Stiamo operando per coordinarci con Avis nazionale, mettendo in campo azioni comunicative comuni, per infondere fiducia e speranza, per permettere ai soci di reagire alla paura”.