“I nostri numeri sono nella media rispetto a quelli degli anni passati, il problema sorge quando il prelievo dovrebbe essere effettuato nelle strutture ospedaliere”. Gabriele Pagliarini, presidente dell’Avis provinciale Brescia, lancia l’allarme. Se è vero che la raccolta sangue nel territorio prosegue senza particolari emergenze, c’è altresì da segnalare una mancanza nel sistema sanitario regionale, quello del personale.
“L’affluenza di donatori resta solida – continua Pagliarini – e i nostri centri riescono a lavorare egregiamente, anche grazie al personale altamente qualificato. Quando invece un donatore si rivolge ai centri di raccolta pubblici, come possono essere i nosocomi, purtroppo l’ingranaggio subisce un brusco rallentamento, soprattutto quando si tratta di donazioni in aferesi (cioè per estrarre dal sangue, tramite una macchina sterile, soltanto alcuni componenti selezionati, come il plasma o le piastrine, restituendo tutti gli altri elementi al donatore stesso, ndr), questo perché semplicemente all’ente pubblico manca il personale pur avendo tutto il resto, come struttura e macchinari”.
Pagliarini ha già pronta una soluzione temporanea, ma servirebbe un intervento più incisivo: “Abbiamo più volte segnalato tale difficoltà e capita che, per tamponare l’emergenza, mandiamo al centro di raccolta il nostro personale, a nostre spese”.