Donatore 2.0: la raccolta diventa fenomeno organizzato

2018-04-09T13:17:23+02:00 28 Febbraio 2018|Attualità|

Mettere in rete associazioni, istituzioni e potenziali volontari con lo scopo di ottimizzare la raccolta sangue così che le donazioni vengono effettuate “se servono, quando servono, e laddove servano” anziché sulla scorta di uno spontaneo slancio emozionale che spinge in molti a sottoporsi ai prelievi solo nei ritagli di tempo. E’ questa la finalità principale dell’interessante progetto di collaborazione “Donatore 2.0”, presentato in queste ore da Fidas e Avis Liguria e corredato da un piano operativo già pronto all’implementazione.

L’obiettivo dichiarato dell’iniziativa è quello di arrivare a una gestione della donazione ancora più vicina alle esigenze del servizio trasfusionale e soprattutto di proporre un modello più efficace della gestione delle donazioni che in un futuro prossimo potrebbe fungere da esempio virtuoso anche per altre realtà associative del territorio italiano.

A ben guardare ci troviamo dinanzi a un programma operativo che persegue obiettivi piuttosto ambiziosi, ed è lecito chiedersi, dunque, come realmente funzioni “Donatore 2.0”.

 

La prima fase del progetto

In una prima fase le associazioni provvederanno a contattare gradualmente le migliaia di iscritti, per far loro recepire la necessità di ottimizzare la risorsa donatore-donazione, al fine di raggiungere un perfetto coordinamento tra le esigenze di ospedali e centri trasfusionali e la disponibilità a donare da parte dei volontari. Ma la formazione non riguarderà i soli donatori: nel suo primo anno, il progetto prevede infatti attività di formazione rivolti anche agli operatori del servizio sanitario, attività di comunicazione presso gruppi e scuole e un convegno su donazione di sangue, plasma e piastrine.

La seconda fase del progetto

La seconda fase di “Donatore 2.0” prevede un radicale mutamento prospettico riguardo alle modalità e alla tempistica con le quali si dona. Nelle intenzioni delle associazioni aderenti, infatti, l’attività di formazione dovrebbe portare donatori, volontari e personale medico-infermieristico a riconcepire i prelievi non più solo come iniziative episodiche motivate da emozioni, passione e disponibilità di tempo, ma come una risposta ragionata e coordinata alle concrete necessità di sangue ed emocomponenti che il Sistema Trasfusionale Regionale di volta in volta si trova a sperimentare.

 

I potenziali vantaggi di “Donatore 2.0”

Nelle intenzioni dei promotori del progetto il donatore, una volta adeguatamente formato al nuovo approccio, potrà aiutare associazioni e istituzioni a una migliore e ottimale gestione del suo dono. Sapere quando, dove, se e cosa è più opportuno donare, permetterà infatti al donatore di rispondere in modo più efficace, tempestivo e soddisfacente alle reali esigenze manifestate dal Sistema Trasfusionale Regionale.

 

Un progetto in 6 step

 

La realizzazione si articolerà attraverso una serie di passaggi:

  1. Potenziamento e specializzazione del Servizio Chiamata
  2. Monitoraggio del risultato a livello provinciale e regionale
  3. Individuazione e formazione del personale da impiegare
  4. Attività di educazione sanitaria specifica nelle scuole
  5. Realizzazione e produzione di materiale informativo specifico
  6. Organizzazione di un evento di confronto e studio tra gli attori del Sistema Trasfusionale Regionale ed esperti in ambito socio sanitario anche a livello nazionale.

 

Le reazioni e il momento culminante del progetto

 

“Si tratta di un primo passo importante nella collaborazione tra Fidas Liguria e Avis Liguria per un salto di qualità nell’approccio dei donatori alla donazione di sangue, superando motivazioni emozionali a favore di una scelta più razionale e consapevole – ha commentato il presidente di Fidas Liguria Emanuele Russo – perché al centro di questo progetto c’è il passaggio da una donazione ‘se posso, dove posso e quando posso’ a una donazione ‘se serve, quando serve e dove serve’”.

Il momento culminante del progetto dovrebbe invece coincidere con l’inaugurazione della “Casa del donatore” di Genova”, destinato a divenire un autentico punto di riferimento per tutti i donatori e gli operatori del settore presenti in Liguria. Il centro di coordinamento sarà ubicato in una struttura recentemente affidata dal Comune alle associazioni, e consentirà a Fidas, Avis ed eventuali altre realtà del settore di operare a stretto contatto tra loro, al fine di limitare sprechi di tempo e risorse, favorendo così un più efficace incontro tra domanda e offerta di donazioni.