La prima volta che ho donato avevo 20 anni, l’ho fatto quasi per curiosità, mi sembrava importante ma ammetto che non mi ero informato in modo approfondito, l’iniziativa l’ho avuta in modo quasi istintivo. Ho contattato l’associazione più vicina, a Mondovì, e ho conosciuto alcuni giovani volontari che mi hanno invitato a prendere un caffè e, semplicemente spiegandomi ciò che facevano, mi hanno trasmesso l’entusiasmo del donatore di sangue.
Prima delle informazioni tecniche e sanitarie, mi hanno fatto capire che donare il sangue era anche volontariato, relazioni e un lavoro appassionato e condiviso tra giovani volontari. Un modo in cui con entusiasmo e passione si poteva davvero cambiare la vita a qualcuno. Ora dono da quasi dieci anni e sono convinto che donare il sangue è innanzitutto un gesto di responsabilità, ancora prima che di altruismo. Significa essere consapevoli che ogni giorno c’è bisogno di sangue e plasma, non solo per i casi più eclatanti quando avviene un incidente ma anche per le persone che soffrono di malattie croniche e che ogni settimana hanno bisogno di sangue per poter semplicemente vivere una vita normale: andare al cinema, uscire a mangiarsi una pizza o andare al supermercato.
Un atto di responsabilità perché sappiamo che una parte di noi andrà ad aiutare qualcuno che adesso sta male, una persona per la quale il nostro sangue significa vita. Ecco ritengo che se una persona è consapevole di questo collegamento fra noi e gli altri, donare diventa qualcosa di quasi scontato e automatico perché è troppo sproporzionato il bene che facciamo confronto al fastidio che può provocarci una donazione, un gesto in realtà molto semplice ma prezioso e sicuramente per niente scontato.
Spesso la spinta per divenire donatori avviene quando si vive direttamente un caso di emergenza, su di sé o su di un familiare, sarebbe invece necessario che molte più persone decidessero di donare perché più consapevoli di vivere all’interno di una comunità, in cui è giusto aiutarsi e soprattutto svolgere la propria parte in modo che noi, i nostri familiari e tutte le persone a cui vogliamo bene possano sempre avere accesso a trasfusioni e a farmaci salva vita, quest’ultimi vengono infatti prodotti grazie alla donazione di plasma.
Donare è un atto di responsabilità perché per farlo è necessario essere in salute, il che dovrebbe essere scontato ma non sempre è così. Essere donatori di sangue non significa infatti semplicemente tendere il braccio ma significa svolgere questo gesto come il concretizzarsi di uno stile di vita salutare. Una trasfusione sicura infatti richiede la creazione di una popolazione a basso rischio, fidelizzata e educata alla donazione di sangue.
Come volontari della Fidas non possiamo quindi porci come soggetti passivi ma dobbiamo divenire invece attivi promotori di un cambiamento nella concezione e nella promozione della salute, raggiungendo come obiettivo quello di aumentare il bacino di possibili donatori elevando il livello di salute della popolazione, sensibilizzando la popolazione a evitare i comportamenti nocivi per la nostra salute con l’obiettivo comune di far cambiare il focus di attenzione dalla cura alla prevenzione.
L’Organizzazione mondiale della sanità ha infatti precisato come non possa essere considerata prevenzione la diagnosi precoce ma lo sia invece intraprendere uno stile di vita salutare. In questo contesto diviene fondamentale oltre ad essere donatori di sangue iscriversi a un’associazione, tutte sono di volontariato e senza fini di lucro, proprio per poter svolgere un lavoro sinergico, con gli strumenti adeguati a raggiungere più persone possibile e trasmettere i valori alla base della donazione di sangue che è sempre: anonima, volontaria e gratuita.
Personalmente non ho mai tenuto il conto delle donazioni, sicuramente perché non sono una persona particolarmente precisa ma anche perché so che c’è sempre bisogno del mio sangue e perché tramite la mia associazione posso sempre sapere di quali gruppi sanguigni necessita maggiormente in centro trasfusionale quasi in tempo reale, perché so che se nella mia zona il sangue è in eccedenza allora andrà a compensare un’altra provincia oppure un’altra regione, insomma sono consapevole che il sangue non va mai sprecato.
Per donare il sangue non bisogna essere super eroi e decidere di farlo solo in occasioni straordinarie, tutto il contrario. Bisogna donare in modo responsabile, continuo e conducendo uno stile di vita salutare. Solo in questo modo si può davvero fare la differenza e rendersi utili per gli altri, che poi un giorno quell’altro potremmo essere noi o una persona a cui vogliamo bene.