Non fatevi intimorire, provate anche voi

2018-07-16T15:02:56+02:00 16 Luglio 2018|
Serena Pappagallo*

Ho iniziato quasi per obbligo, mio zio stava male, c’era bisogno di sangue e io sono andata. Avevo tanta paura. Però nello stesso tempo mi sembrava  un gesto normale da fare, mio padre donava, perché io no?

L’ago mi faceva così paura…ma dopo aver donato mi sentii felice. Dopo, tutto non mi sembrò così terribile. Ero stupita di esserci riuscita, ma anche molto soddisfatta. Da quel momento non ho più smesso. Avevo 19 anni, ora ne ho 45. Dono sempre, cerco di rispettare le mie due volte all’anno. Ho due bambini, e ovviamente durante le gravidanze mi sono fermata.

Vado a donare all’Ospedale San Giovanni Calibita Fatebenefratelli sull’Isola Tiberina, a Roma. O meglio ,dono al gruppo esterno del Fatebenefratelli, organizzato nella parrocchia San Clemente,nel quartiere delle Valli,  tra Via Nomentana e Via Salaria, sempre nella capitale. E’ il quartiere dove vivevo prima.

Tre volte all’anno in parrocchia viene il personale dell’ospedale e si organizzano le donazioni di sangue. Io faccio parte di un’associazione che si chiama Ematos, che è entrata qualche anno fa tra le federate di Fidas. E’ bello sentirsi parte di una comunità. Ed è bello sentirsi utile.

A voi che non donate, dico: provateci, non fatevi impaurire e non credete alle leggende metropolitane.   E’ un gesto semplice che vi farà davvero sentire bene.  In ospedale normalmente non si va per cose piacevoli, ma andarci per donare è un’altra cosa. E’ un po’ una festa, piena di sorrisi e gentilezze. E’ diverso dal fare volontariato classico, perché la persona che aiuti non la vedi, però sai che c’è. Sai che senza di te non potrebbe vivere, o avere un’esistenza dignitosa.

*Serena Pappagallo lavora in uno studio grafico a Roma

I donatori raccontano è un rubrica che intende raccontare le vostre storie, se volete mandatele assieme ad una foto all’indirizzo redazione@donatorih24.it