Avevo da tempo l’idea di donare sangue insieme a tutta la mia famiglia. Il 16 marzo nei giorni che precedono la festa del Papà si è finalmente presentata l’occasione.
Io, mia moglie Irma, Annalisa, la mia figlia più grande, e Laura, la più piccola siamo andati tutti e quattro al centro trasfusionale di Borgo Roma, in provincia di Verona.
È stato un bel modo per festeggiare la festa del Papà.
Come ho cominciato? Ho iniziato a donare nel 1984. La prima donazione l’ho compiuta dopo aver terminato il servizio militare, seguendo l’esempio di mia madre che era un’assidua donatrice di sangue.
Dunque è passato molto tempo da quando ho iniziato a donare, sono nate Annalisa e Laura e da quando sono diventate maggiorenni, ho iniziato a parlarne con loro. Prima sono riuscito a coinvolgere la più giovane, e poi la più grande.
L’ho fatto anche parlando del problema dei giovani che partecipano sempre meno al mondo della donazione, descrivendo il significato del gesto come un atto di generosità.
Laura nell’ultimo periodo a causa dell’epidemia è rientrata da Londra, quando è rientrata anche Annalisa, abbiamo iniziato a donare insieme e poi anche Irma ha cominciato, e alla fine doniamo tutti e quattro.
Coinvolgere i giovani nella donazione non è sempre semplice, infatti non riescono sempre a capire lo scopo del gesto. Nel mio caso ci tenevo per un orgoglio di padre di vedere la partecipazione della mia famiglia.
Oggi le sprono continuamente e quando vado a donare cerco di coinvolgerle ogni volta.
Per la festa del papà la donazione della mia famiglia è stato un grande regalo.