Ho iniziato a donare perché mio padre era ricoverato all’ospedale a causa di un tumore. Quando l’ho fatto era l’aprile del 2000, sono andato nel centro trasfusionale e ho donato le piastrine. È stata la prima di una lunga serie di visite al centro dove ha la sede il gruppo donatori Francesco Olgiati. In questo modo ho scoperto il mondo della donazione, al quale ho deciso di partecipare attivamente fino ad oggi. Sono un regista di film documentari d’inchiesta ed ho svolto sempre moltissime battaglie sociali. Con un film intitolato “Lo Stato della follia” ho dato il mio apporto per modificare alcune leggi che si occupavano di malati negli ospedali psichiatrici giudiziari, e vorrei realizzare lavori che migliorassero la nostra società.
Spesso nella vita mi sono chiesto quale sia il modo più efficace per fare del bene alle persone. Oggi penso che donare sangue, piastrine e plasma sia uno dei gesti più concreti che si possa compiere. Ogni volta che vado al centro trasfusionale, ogni volta che mi siedo nelle postazioni e incontro le infermiere che ormai conosco, che mi mettono l’ago nel braccio, so che con il gesto di donare il sangue salverò la vita a qualcuno.
Ho parlato molto ai miei amici delle donazioni e tante volte ne ho accompagnati alcuni al centro trasfusionale. È successo dopo che abbiamo affrontato l’argomento dello stile di vita salutare che conduco da molti anni. La questione delle donazioni esce così: quando si parla di alimentazione attenta, di qualità della salute. Più di una volta mi è capitato di voler dimostrare ai miei amici cosa significhi non trascurare la propria alimentazione e i valori del sangue mostrando le analisi. Per me partecipare a questo mondo significa anche essere controllato regolarmente e sentirmi sicuro del mio corpo. Io che sono molto attento a queste cose, grazie alle donazioni posso esserlo.