“Smettere di donare? Ipotesi mai considerata. E’ tanto il bene che si fa a chi ne ha bisogno”

2020-02-16T17:29:26+01:00 16 Febbraio 2020|
di Elio Landi

Mi chiamo Elio Landi, ho 43 anni e vivo a Guamo, un paesino in provincia di Lucca, in Toscana. La prima volta che ho donato è stato nel 2002 quando un mio amico mi ha introdotto al presidente della sezione Fratres locale. Da quella volta alterno plasma e sangue e quest’anno ho raggiunto le cinquanta donazioni.

Negli anni successivi non ho mai pensato di smettere. Nemmeno dopo la mia prima donazione, che ricorderò sempre perché quel giorno ho avuto un capogiro dopo aver ignorato l’avvertimento delle infermiere a non alzarmi di scatto. Le volte successive sono stato attento e il piccolo imprevisto non mi ha fermato dal presentarmi al centro i mesi e gli anni successivi.

Alcuni mi dicono di aver paura dell’ago e per questo non vogliono partecipare. Secondo me bisogna pensare che è così tanto il beneficio offerto ad un malato, dandogli ciò di cui necessita per guarire, che non bisogna farsi fermare dalle piccole paure.

Il sangue è necessario alle persone che si stanno curando da tante malattie. Me ne accorgo quando mi contatta l’Ospedale San Luca di Lucca e mi parla di un paziente che ha bisogno di un certo tipo di sangue. Noi della sezione ci organizziamo per trovare qualche donatore disponibile. Anche i giovani spero si rendano conto di quanto è necessario e superino le paure per il bene che significa compiere il gesto. Quello che spesso vorrei chiedere loro è: se fosse un familiare ad averne bisogno, lo faresti?