Ho 29 anni e vivo a Mondovì, nel cuneese. Un giorno di alcuni anni fa, ho incontrato per caso un vecchio compagno di scuola, volontario della Fidas, che mi ha proposto di diventare donatrice di sangue. Inizialmente ho pensato di rifiutare l’invito, da sempre ho il terrore degli aghi e sono molto impressionabile alla vista del sangue.
Approfondendo l’argomento, però, ho scoperto che il sangue è indispensabile non solo in occasioni di gravi traumi e incidenti nel primo soccorso, ma anche per numerosi interventi chirurgici e trapianti, per le anemie croniche, per le malattie oncologiche e in molti altri casi. Mi ha colpito moltissimo sapere che grazie alla donazione volontaria, non remunerata e periodica di oltre 1.7 milioni di donatori, da molti anni, in Italia, viene raggiunta l’autosufficienza di sangue al 100% e sono garantiti alla comunità l’accesso a trasfusioni e a farmaci salva vita, prodotti grazie alle donazioni di plasma. Ogni anno 100.000 persone vivono proprio grazie alle donazioni e alla possibilità di effettuare trasfusioni di sangue.
In quel periodo stavo preparando l’esame per l’abilitazione da avvocato, trascorrevo tutto il mio tempo sui libri e avevo dovuto mettere da parte la vita sociale e interrompere le attività di volontariato che mi piaceva svolgere quotidianamente. In quei mesi mi sentivo inutile, impotente, temevo di non ottenere il titolo e allo stesso tempo mi sembrava di perdere il mio tempo a studiare.
Quel giorno i racconti del mio amico e la crescente consapevolezza dell’importanza del dono del sangue, hanno originato in me un senso di solidarietà e appartenenza alla stessa comunità: ho capito che potevo essere utile agli altri semplicemente “tendendo il braccio” e superando le mie paure, poca cosa rispetto alla vita di quelle persone che, ad esempio, sono affette da anemia mediterranea, una malattia cronica che comporta la necessità di sottoporsi a trasfusioni di sangue frequentissime.
Mi sono fatta coraggio e alcune settimane prima dell’esame sono andata a donare, portando con me la tessera della Fidas. Terminata la donazione, le infermiere del centro trasfusionale mi hanno offerto la colazione e mi hanno dato molti consigli per le donazioni seguenti, che non sono mancate.
Oggi so che è importante superare i timori, perché donare il sangue ti fa sentire vivo e indispensabile per gli altri, ti rende orgoglioso di te stesso e soprattutto ti dà la possibilità di garantire la vita a qualcuno, senza privarti di nulla.