Il 2018 farà registrare un aumento del consumo di sangue in Italia, ma non tale da minacciare l’autosufficienza ematica del paese, mentre migliorerà l’andamento della raccolta in molte regioni. Sono questi alcuni degli elementi essenziali del dettagliato rapporto presentato nelle scorse settimane dal Centro nazionale sangue alla consultazione plenaria del Sistema trasfusionale di Roma, che ha visto la partecipazione dei responsabili regionali, del ministero della Salute e di tutte le principali realtà associative del settore.
Tra le varie relazioni presentate quella di Liviana Catalano del Cns, che si è soffermata come accennato sulle previsioni per l’anno appena iniziato. Il primo dato che salta all’occhio è il confronto tra il consumo complessivo stimato di globuli rossi (2,58 milioni di chili), che crescerà dell’1,02% rispetto all’anno precedente, ma sarà tuttavia compensato da un analogo aumento del sangue raccolto rispetto al 2017 pari al 2,03% (2,6 milioni di chili).
Le regioni più virtuose in termini di donazioni dovrebbero confermarsi ancora una volta Lombardia, Piemonte, Friuli, Umbria, Liguria, Toscana ed Emilia Romagna, con altri territori quali Valle d’Aosta, Marche, Trentino, Veneto che riusciranno a mantenersi autosufficienti soprattutto grazie alla riduzione stimata dei consumi di sangue per il 2018.
In sostanziale pareggio regioni come Campania, Molise, Puglia, Basilicata e Calabria dove la crescita delle donazioni sarà sostanzialmente in linea con i consumi. Una menzione particolare merita poi il comparto delle forze armate, che a fronte di una crescita stimata nel 13,92% delle donazioni 2018 prevede un abbattimento dei consumi di oltre il 35%.
Tra gli elementi di forte ottimismo, tuttavia, qualche nota dolente: grandi regioni quali Lazio e Sicilia così come realtà a minore densità abitativa come Sardegna e Abruzzo, a dispetto del progressivo allineamento in corso con gli standard nazionali, anche quest’anno non dovrebbero riuscire ad assicurare la piena autosufficienza ematica. Così, sempre secondo il Cns, il deficit in termini di globuli rossi sarà compensato attraverso cessioni da parte di Piemonte, Lombardia, Veneto, Provincia di Trento, Friuli, Molise e forze armate per un totale di circa 51mila unità.
La relazione, tuttavia, ha fornito anche spunti interessanti relativamente all’andamento complessivo del sistema sangue in Italia dal 2013 al 2017. Il dato più significativo tra quelli emersi è che il 2016 ha rappresentato in termini di donazioni di globuli rossi un autentico spartiacque storico per il nostro paese, con il sorpasso da parte dei quantitativi donati rispetto a quelli consumati. Tendenza questa confermata anche nel 2017 a ulteriore riprova del fatto che l’Italia, pur restando fanalino di coda in Europa assieme al Portogallo, ha ormai raggiunto livelli stabili di autosufficienza ematica.
Se infatti nel 2013, 2014 e 2015 le richieste di sangue avevano superato di diverse migliaia di unità i quantitativi donati, ormai la tendenza pare definitivamente invertita. Bene, infine, anche i dati relativi ai quantitativi di globuli rossi trasfusi: tra il 2016 e il 2017 il quantitativo globale è cresciuto e nel 2018 dovrebbe far registrare un ulteriore incremento.