«Quando mi arrivarono le bozze de “Il colore della vita” ero in vacanza in Scozia, le leggevo con difficoltà dal cellulare e ciò nonostante mi sono commossa», dice oggi a Donatorih24 Claudia Firenze, responsabile dei progetti di comunicazione dell’Avis che da consigliera ha seguito tutte le fasi del progetto del fumetto Avis uscito l’anno scorso per il novantesimo compleanno dell’associazione e ora tradotto in inglese, francese e spagnolo.
COSI’ TUTTO INIZIO’
Una vera e propria graphic novel che racconta le origini dell’associazione dall’idea semplice, visionaria e rivoluzionaria del suo fondatore, Vittorio Formentano. «Per Massimiliano Filadoro e me, Avis non è stato mai altro che il simbolo della raccolta sangue», spiega il celebre sceneggiatore Roberto del Pra’ che ha curato l’opera. E prosegue: Non abbiamo mai dovuto pensare alla nascita di questa organizzazione, alla sua importanza, alle motivazioni che hanno spinto i suoi fondatori: in una parola non abbiamo mai pensato alla storia di questa organizzazione. Poi un giorno, circa tre anni fa, un uomo è venuto alla scuola internazionale di fumetto. Era un signore riservato ma anche molto deciso: si chiamava Riccardo Mauri e voleva fare qualcosa che parlasse ai giovani dell’organizzazione a cui apparteneva. Voleva raccontare in particolare del suo fondatore Vittorio Formentano e della sua grande amicizia con Giorgio Moscatelli».
E così è nato “Il colore della vita” il fumetto che racconta la storia dell’Avis attraverso lo stratagemma della storia nella storia: Formentano che risponde a una giovane giornalista.
La storia si svolge in un periodo tra gli anni Venti e Quaranta dello scorso secolo, quando il colore della vita, il sangue che per tutti è rosso, non era per tutti accessibile: bisognava pagarlo per averne in caso di emergenza
LA RIVOLUZIONE GENTILE
«L’idea di raccontare la storia della nascita dell’Avis è un’idea di lungo tempo – prosegue Claudia Firenze – è la storia di una rivoluzione gentile come la chiamo io, in un mondo che andava verso altro Formentano si inventò volontari del sangue: e poi c’erano le difficoltà storiche e politiche di un’Italia del 1927, che ha dovuto attraversare la grande depressione e poi la guerra mondiale. Un uomo che con le sue capacità e la sua visione è riuscito a restare autonomo e a far restare autonoma la sua associazione, per cui il valore del sangue e della solidarietà aveva un senso universale».
“L’ORGOGLIO ITALIANO”
In quegli anni c’erano volontari del sangue, ma non erano organizzati: Formentano riuscì a fare proprio questo, organizzarli. Fare delle liste di donatori con i numeri di telefono che si alternassero con dei turni per assicurare sangue h24. Insomma intuizioni che oggi sono «per noi un orgoglio, perché il sistema sangue italiano è un’esempio all’estero », prosegue Claudia Firenze. Da qui l’idea naturale di tradurlo nelle lingue parlate dalla Fiods, la federazione internazionle delle associazioni di volontariato del sangue. Formentano ha contribuito a creala e anche oggi ai vertici c’è un italiano, perché l’Italia ha un peso positivo nelle scelte del sangue.
LE RIVOLUZIONI NASCONO DALLA SPERANZA
«L’idea del fumetto non è però arrivata subito: abbiamo esplorato anche altre strade, come quella della fiction in costume – spiega Claudia – ma dopo qualche contatto con la Rai non siamo riusciti a finalizzare. Oggi stiamo lavorando perché si faccia una pièce teatrale e restiamo visionari: un cartone animato e chissà, l’idea del film non ce la dimentichiamo. Quando ho visto “Solo”, lo spin-off di “Guerre Stellari”, e in particolare la scena in cui si dice che le rivoluzioni nascono tutte dalla speranza, ho pensato alla nascita dell’Avis: la storia di Formentano è la storia di una rivoluzione basata su speranza, solidarietà e visione. Una storia universale che può servire di insegnamento a tutti».