Il sistema sangue regge di fronte all’epidemia di West Nile Virus che sta colpendo molte regioni del Nord Italia. E’ il messaggio tranquillizzante che arriva dal Centro nazionale sangue (Cns).
Il virus del Nilo Occidentale che si trasmette attraverso la puntura di una zanzara di genere Culex, spesso non manifesta sintomi e solo in casi molto rari, in pazienti già indeboliti da altre patologie, può causare delle complicazioni che si rivelano letali. In questa categoria potrebbero rientrare gli affetti da malattie croniche che richiedono il ricorso costante a terapie trasfusionali.
Cns e Regioni già da giugno hanno attivato da giugno scorso un piano per la sorveglianza e la prevenzione della trasmissione del virus attraverso la trasfusione di emocomponenti labili. Il piano prevede la diramazione di un alert immediato non appena il virus venga isolato in un pool di zanzare, in un esemplare di avifauna o in un equide.
Dopo tale segnalazione le realtà trasfusionali delle province interessate devono introdurre il test Nat per tutte le donazioni. Il test deve essere fatto contestualmente alla donazione di sangue: permette di rilevare la presenza del Wnv e di evitare così la trasmissione trasfusionale dell’infezione (per approfondire leggi l’intervista di Donatorih24 al presidente del Cns Giancarlo Maria Liumbruno).
Se il virus viene isolato in una zona che si trova nel raggio di cinque chilometri dal confine con un’altra Provincia allora l’alert viene diramato a tutte e due le zone.
Il piano prevede inoltre che chiunque abbia soggiornato, anche solo per una notte, in una delle zone dove è stato isolato il virus possa donare il sangue anche in un’altra provincia, ma solo se la struttura di riferimento si sarà dotata del kit per effettuare il test, altrimenti il donatore sarà sospeso per un periodo cautelativo di 28 giorni.
Il Cns assicura di effettuare un costante monitoraggio del virus nei donatori di sangue (sono già 13 le positività riscontrate tra i donatori). Aggiornamenti regolari vengono forniti tramite il sito web centronazionalesangue.it e i canali social del Centro.
Secondo il direttore del Centro nazionale sangue, Giancarlo Maria Liumbruno, «il piano di sorveglianza funziona e il sistema regge , come ha retto l’anno scorso all’outbreak del virus Chikungunya che ha colpito la regione Lazio». Liumbruno però è preoccupato per le donazioni:«il dilagare del virus del West Nile, se sottovalutato – aggiunge – può aggravare le carenze di sangue che si registrano annualmente in estate, quando ondate di caldo e vacanze al mare spingono i donatori abituali a disertare l’appuntamento con i centri di raccolta. Ed è qui che le Regioni possono intervenire, adottando ad esempio i test Nat anche nelle province non colpite dal virus per evitare di ricorrere alla sospensione sistematica dei donatori».
Il virus del Nilo Occidentale (conosciuto con la denominazione inglese di West Nile Virus) è un Arbovirus che solo accidentalmente può infettare l’uomo. L’infezione umana è in oltre l’80% dei casi asintomatica; nel restante 20% i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale. Nell’ 0,1% di tutti i casi (comprensivi dei sintomatici ed asintomatici), l’infezione virale può provocare sintomatologia neurologica del tipo meningite, meningo-encefalite.
Come è accaduto domenica scorsa (29 luglio) al Policlinico di Cona (Ferrara), dove è morto un uomo di 77 anni. Aveva contratto il virus trasmesso da una zanzara infetta ed aveva, a detta dei medici, già dei problemi cardiorespiratori . Un soggetto fragile quindi, cui è stata diagnosticata un’encefalite da West Nile.