Le macchie di sangue sul luogo del delitto potrebbero indicare l’età della vittima. Lo stabilisce un nuovo metodo sperimentale di analisi ideato dai chimici dell’Università di Albany, Kyle Doty e Igor Lednev, che hanno pubblicato lo studio sulla rivista statunitense Central Science dell’American Chemical Society. Utilizzando il sangue di 45 donatori, i ricercatori sono stati in grado di distinguere i profili di tre fasce d’età diverse: neonati, adolescenti e adulti.
«Una volta completata la ricerca – scrivono i chimici nel paper – la metodologia sviluppata dovrebbe consentire il tracciamento sulla base di tracce asciutte di fluidi corporei trovati sulla scena di un crimine». Ad esempio, chiazze di sangue, in particolare in assenza dei corpi, potrebbero fornire utili elementi agli investigatori per il profiling della vittima.
«In generale, è noto che la quantità di componenti del sangue intero (globuli rossi, lipidi, proteine, ecc.) cambia con l’età del donatore», ha spiegato Lednev, sottolineando che il tipo di emoglobina nei neonati è diverso da quello presente negli adulti e negli adolescenti che attraversano la pubertà.
Sulla base di queste premesse i ricercatori hanno condotto gli esperimenti usando la tecnica della “Spettroscopia Raman”, che analizza un’impronta biologica usando radiazioni magnetiche. Scansionando il campione di sangue con un raggio laser hanno concluso che il sangue cambia effettivamente con l’età. Quando lo spettroscopio è stato applicato a campioni di sangue di persone di età diverse, ha effettivamente individuato con precisione la fascia di età del donatore.
La ricerca non è ancora completa. Gli autori dello studio hanno dimostrato che il loro metodo ha funzionato utilizzando tre gruppi di età molto diversi e sangue fresco.