Donare il sangue è vitale per gli altri, ma fa bene anche al donatore. Uno dei gesti più altruistici e disinteressati (almeno nelle legislazioni, come quella italiana, in cui la donazione è un atto gratuito e volontario) comporta notevoli vantaggi alla salute (ma anche allo spirito) di chi si sottopone al prelievo.
Al fine di garantire, infatti, la genuinità e la sicurezza del sistema sangue, è essenziale che il donatore sia e dimostri di essere in buono stato fisico, oltre a garantire quella spinta solidale verso il prossimo che è una fiamma di felicità e vitalità in grado di migliorare tutta la vita.
Il donatore, sia quello occasionale ma a maggior ragione quello periodico, tiene sotto controllo (gratuitamente) il proprio stato di salute (in particolar modo l’efficienza del sistema cardiovascolare) grazie allo stesso iter per essere donatore.
Prima del prelievo, è d’obbligo un colloquio col personale medico per valutare eventuali rischi come stili di vita non compatibili, malattie e abitudini sessuali.
In seguito, alla sacca di sangue verranno svolti accurati esami ematochimici che individuano immediatamente l’eventuale presenza di infezioni come sifilide, epatite e Hiv.
Non solo: il donatore è sottoposto a controlli periodici anche del sistema epatico, renale e metabolico, con un focus particolare ai valori di colesterolo, glicemia e trigliceridi. Una prassi che vale come una importante prevenzione verso le malattie più comuni.
Privarsi del proprio sangue, inoltre (circa 450 millilitri sui sei litri in media di un corpo adulto), aiuta a rigenerarlo. Subito dopo il prelievo, l’organismo si mette in moto per fabbricare nuovo liquido ematico: il midollo osseo, in circa tre settimane, ripristina il livello dei globuli rossi, il plasma si riforma in poche ore, piastrine e globuli bianchi si ricreano in un uno, massimo due giorni.
Oltre ai benefici diretti e immediati, comunque visibili anche nel tempo, ci sono anche benefici più a lungo termine.
Donare il sangue, specialmente in modo periodico, accresce nelle persone la consapevolezza di dover perseguire abitudini di vita sane e di nutrirsi in modo equilibrato. Ogni donatore sa che potrebbe esserci bisogno di lui in ogni momento e per questo in ogni momento sa che deve prendersi cura del proprio corpo.
Non si dimentichi, infine, che il lavoratore in caso di donazione ha diritto a 24 ore di riposo retribuito dall’Inps. Tuttavia, il beneficio più importante ogni donatore di sangue risiede nell’animo: il beneficio di sapere di aver contribuito al benessere del prossimo, o di aver salvato una vita.
Non c’è soddisfazione più grande.